A Palermo la prima “Biblioteca Autogestita” secondo le direttive Unesco

A Palermo la prima Biblioteca Autogestita secondo le direttive Unesco

A Palermo la prima Biblioteca Autogestita secondo le direttive Unesco. Il progetto al Liceo Scientifico Albert Einstein

Una biblioteca autogestita è il progetto che sta prendendo forma al Liceo Scientifico Albert Einstein di Palermo. A porre le basi della nascita della biblioteca è stato il lavoro di due rappresentanti della Consulta Provinciale degli Studenti di Palermo, Alessandro Luigi Gatto e Simona Lo Monaco, sostenuti da due referenti di progetto: la professoressa Chiara Fazzini e il professore Claudio Montalto.

Ed è proprio Alessandro Luigi Gatto che ci racconta come è nato tutto: “Il progetto della Biblioteca Autogestita è stato inizialmente una mia idea, che però si è sviluppata fino a quello che è oggi grazie ai miei colleghi di lista e rappresentanti d’Istituto Sara Alessi e Teresa Gravano e di Carta Bianca”.

Il progetto, racconta Gatto, è nato circa due anni fa, ma dopo le prime difficoltà ha preso il via: “Non sono affatto uno studente modello – dice Gatto – ma credo nella scuola come istituzione, credo nelle sue potenzialità che purtroppo non sempre vengono sfruttate a pieno. La biblioteca per me è un modo per combattere questo sistema (o per migliorarlo)”.

Un aspetto molto interessante del progetto riguarda le linee guida della biblioteca, la quale seguirà le direttive UNESCO. “Anche se originariamente non era il nostro intento – racconta Gatto – grazie all’aiuto del nostro tutor Alessandro Mauceri, Presidente del Club Kiwanis, abbiamo cambiato rotta e ambito a qualcosa di più grande”.

Così, prosegue Gatto “abbiamo fatto svariati incontri di formazione sui requisiti affinché la nostra biblioteca potesse ricevere il riconoscimento dall’UNESCO. Entro l’anno scolastico 2024-2025 potremmo essere la prima biblioteca scolastica d’Italia, che rispetti i requisiti imposti dall’UNESCO, i cui criteri sono detti espressamente nel manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche scolastiche”.

Per ora la biblioteca non ha una intitolazione, ma quello che è ben chiaro è l’obiettivo che vuole raggiungere, ovvero l’inclusione. “Una volta organizzata la biblioteca – ha spiegato Gatto – troveremo quanti più modi possibili per renderla accessibile a tutti, che siano persone con difficoltà economiche o con disabilità. Ad esempio, renderemo disponibile dei libri in digitale usufruibili da persone cieche o ipovedenti”.

Partendo da questo presupposto, la Biblioteca Autogestita rappresenterà un aiuto concreto anche a chi è in difficoltà economica: “i libri di testo potranno essere accessibili gratuitamente per gli studenti in difficoltà economiche, situazione sempre più comune al giorno d’oggi. I libri con un costo inferiore ai 30 euro sono pochi, alcuni raggiungono persino i 50, e la situazione sembra destinata a peggiorare. Inoltre, avendo a disposizione uno spazio reale come quello della nostra biblioteca, si spingerebbe gli studenti a iniziare leggere o a leggere di più. Gli studenti lettori sono sempre meno e avere uno spazio accessibile come la biblioteca potrebbe far tornare la lettura ad essere una priorità”. “Ci occuperemo, anticipa Gatto – di organizzare degli eventi di lettura o di collaborare qualora dei docenti prendano iniziativa e organizzino da loro”.

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“Il progetto – spiega Gatto – si divide in tre fasi: la prima fase consiste in una sistemazione e catalogazione dei libri nell’aula della biblioteca (successivamente estenderemo il catalogo anche alle librerie esterne all’aula della biblioteca). La seconda fase è di accoglienza intensiva dei libri. Chiunque potrà donare libri alla scuola, che siano libri di testo o meno. In questa fase ci occuperemo di trasportarli e catalogarli. La fase tre invece consiste nel mantenere la biblioteca e rendere disponibile il servizio di prestito e comodato d’uso agli studenti”.

La realizzazione di una biblioteca richiede tempo e competenze, è un impegno che “implica tante responsabilità e tantissimo lavoro. Da solo – conclude Gatto – non avrei saputo nemmeno da dove cominciare. Circondandomi di persone che credono al progetto tanto quanto me, tutto è sembrato assolutamente fattibile. La biblioteca “ideale” a cui avevo pensato potrebbe diventare realtà nell’arco di mesi”.

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