Fedez e l’inchiesta de L’Espresso: “per contratto non può criticare le banche”
Fedez e l’inchiesta de L’Espresso: Per giorni si è parlato del caso “censura” tra Fedez e la Rai a proposito del monologo del rapper in occasione del primo maggio. Caso che si è spostato in tribunale. Adesso però di censura del rapper ne parla L’Espresso con un’inchiesta sul cantante che avrebbe il bavaglio su argomenti che riguardano banche e assicurazioni
Fedez e l’inchiesta de L’espresso: Pare che, stando a quanto riporta L’espresso, il rapper Fedez per “i suoi affari abbia accettato la censura”. In un’inchiesta esclusiva a firma di Vittorio Malagutti e Carlo Tecce, il giornale spiega i motivi per cui Fedez non può “rilasciare dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo che cagionino un danno alla società“.
Il bavaglio gli sarebbe imposto dal gruppo Be (proprietario dell’immagine di Fedez), azionisti e finanziatori in Doom, società che è amministrata dalla madre del cantante, Annamaria Berrinzaghi.
In questo 2021 l’accordo potrebbe fruttare a Fedez ben 15 milioni di euro. “Il contratto avrebbe due scadenze intermedie, 2025 e 2027, nelle quali la Be può decidere di svincolarsi dall’accordo, oppure rilevare le quote di Fedez e della sua famiglia. Un’alleanza che potrebbe saltare, però, in qualsiasi momento per la clausola che impone l’autocensura al rapper” – scrive Il Giornale riferendo dell’inchiesta -.
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La prova di quanto scritto da L’Espresso riguarda “il verbale del consiglio di amministrazione di Be del 7 febbraio 2020 di cui l’Espresso è entrato in possesso.”
L’inchiesta non si ferma a Fedez ma parla anche degli affari della moglie, l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni. La Ferragni, oltre a gestire il proprio marchio, sta firmando diverse collaborazioni. Tra queste, il settimanale svela che ci sarebbero state anomalie “nel lancio sul mercato azionario delle collaborazioni con Monnalisa e Aefe (azienda di moda controllata dalla famiglia Ferretti)”. In particolare la reazione della Borsa, stando a quanto riferito dal settimanale, non andrebbe a coincidere con l’annuncio ma le anticiperebbe di giorni o di settimane. L’inchiesta riporta che qualcuno avrebbe “deciso di giocare di anticipo rastrellando titoli Monnalisa per poi rivenderli sull’onda del rialzo innescato dall’effetto Ferragni“.
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