Caterina Balivo: «I conduttori uomini hanno più facilitazioni»
Le parole della conduttrice
Caterina Balivo, al timone tutti i giorni sulla Rai de “La Volta Buona”, ha parlato della sua carriera in un’intervista a Corriere della Sera.
Ricorda anche di un torto subito, probabilmente quando le tolsero 12 anni fa il programma Festa Italiana. Non scende comunque nei dettagli.
«Non ci voglio tornare. Anche perché non ci rendiamo conto di vivere in maniera agiata e privilegiata, mentre tanti altri non hanno la stessa fortuna. Nella conduzione ballo, scherzo, rido, ma di leggerezza non c’è niente. La scialla non la conosco, le cose devo farle bene. Mi chiedo se sia una questione genetica o se c’entrino i miei genitori insegnanti».
Leggi anche: “Se mi lasci non vale”: il nuovo programma di Luca Barbareschi
Poi quando le si chiede quale sia la sua volta buona, la Balivo dice: «Tutte le volte che ho scelto cosa era buono per me, anche se non sembrava così agli altri: come Miss Italia, per esempio. Ma la mia volta buona forse è stata aver subìto un cambiamento di rete e di programma che si è rivelato essenziale per poter continuare una storia d’amore giovane. Se non mi avessero spedita a Milano, sarebbe stato impossibile proseguire: l’amore è più forte di tutto, ma deve essere pratico. Se io e mio marito avessimo continuato a fare i fidanzati a distanza, la storia si sarebbe spenta».
Non manca anche un riferimento al marito, economista e scrittore, Guido Maria Brera: «l’odore del parquet al mattino unito al profumo del caffè. Avevo 30 anni, Milano non era bella come adesso, quella era la mia madeleine. Poi, quando mi hanno proposto di tornare su Rai 1, lui ha fatto il grande atto d’amore di seguirmi a Roma».
Poi, la Balivo analizza la sua carriera: «A 25 anni conducevo la stessa fascia oraria di oggi e allora potrei dire: sei rimasta lì. Ma poi guardo gli altri conduttori e mi rendo conto che la tivù è stantia, pure la Clerici fa quel programma da 20 anni e la stessa De Filippi è al pomeriggio da 25. Loro sono andate avanti facendo anche altro, ma hanno un’età diversa dalla mia: c’è tempo».
Infine una riflessione sulle differenze tra uomini e donne: «Alla prima puntata di Lingo , su La7, avevo messo i baffi apposta: sarò sempre grata ad Andrea Salerno. La trovo una grande ingiustizia televisiva. Il punto è che noi donne possiamo avere registri diversi, gli uomini molti meno. Dove lo trovi uno che ti fa l’intervista a cuore aperto? Lì ci mettono le donne e per scarto arrivano gli uomini a fare le cose più facili, guarda caso con tempi che conciliano molto bene sia la dimensione familiare che l’aperitivo».