Sanremo, Amadeus dice basta: “Questo il mio ultimo Festival”

In una lunga intervista a Il Fatto Quotidiano si è raccontato

Amadeus, lo dice lui stesso, sarà ancora il direttore artistico per l’edizione 2024 del Festival di Sanremo, poi però chiuderà questo capitolo.

Lo ha svelato in un’intervista concessa a Il Fatto Quotidiano parlando di lavoro, tv, politica e non solo. Spazio, ad esempio, al successo di Fiorello e alla loro amicizia.

“Noi ci conosciamo dagli anni 80, siamo arrivati a radio Deejay contemporaneamente. Questa cosa ci ha legati per quello che abbiamo vissuto insieme. Ho sempre potuto contare su di lui e lui su di me. C’è sempre stato quando ho avuto bisogno”.

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E poi su Sanremo: “Quando mi chiesero di fare Sanremo ero in Spagna, irrintracciabile. In vacanza stacco il telefono. Amo il mio lavoro ma non è la mia vita. Ho una famiglia, una moglie, i miei figli, i miei amici, i miei hobby. Siccome mi dedico al lavoro totalmente, quando sono in vacanza sparisco. Trovai cinquanta telefonate in tre giorni dai vari dirigenti, pensai: ‘O mi danno Sanremo o mi cacciano’. Mi diedero il Festival e all’inizio mi chiedevo ‘E adesso? Come si organizza Sanremo?’ L’incontro con Pippo mi illuminò”.

E poi Amadeus spiega: “Ho preso anche decisioni non popolari, l’ho voluto personalizzare. Sono sincero, al primo non c’era la fila. I cantanti meno noti venivano sempre associati ad altri più noti. Ad esempio, Diodato. Lo chiamai: ‘Sei in gara’, lui ripeteva: ‘Con chi devo cantare?’. Aveva presentato il brano da solo e volevo che lo cantasse da solo. È un grande talento. Il vero cambio c’è stato con la pandemia e i Maneskin. Presentai una lista, ancora ricordo la faccia di Coletta: ‘Tu li conosci? Io ne conosco solo tre’. Stefano si è fidato. Oggi è più facile”.

Poi dice chiaramente: “Lo dico ufficialmente: questo è il mio ultimo Festival. Cinque di seguito sono tanti. Aver eguagliato Pippo Baudo e Mike Bongiorno è un onore. Se tra qualche anno mi venisse richiesto potrei tornare, in futuro sì ma adesso mi devo fermare. Pure Morandi lo ha condotto con me a 78 anni”.

Infine sulla carriera: “È certamente un bel momento, gli ultimi dieci anni sono stati artisticamente importanti. Ho avuto la fortuna di fare tanta gavetta, vivo tutto con molta serenità e normalità. Non è il dato a cambiare il mio umore. Gioisco se faccio il 25% ma non amo fare proclami per vantarmi. Quello è un modo per mostrare i muscoli ma allo spettatore che ti sceglie non importa se ti hanno visto 5 o 6 milioni. È bello incontrare le persone per strada e ricevere l’affetto che mi dimostrano. Non troverà mai una puntata in cui urlo al boom di ascolti o rivendico picchi di share. Solo ringraziamenti, perché sono grato a chi ci segue”.

 

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