Strage di Capaci, le iniziative. Maria Falcone: “che i ragazzi possano trovare la voglia di migliorare la Sicilia”

Strage di Capaci, le iniziative. Maria Falcone che i ragazzi possano trovare la voglia di migliorare la Sicilia

Strage di Capaci, le iniziative. Maria Falcone all’inaugurazione del museo a Falcone e Borsellino: “che i ragazzi possano trovare la voglia di migliorare la Sicilia”

Sono trascorsi 31 anni dalla Strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scora. Da quel giorno, ogni anno, si commemora il sacrificio di questi eroi dello Stato attraverso iniziative e commemorazioni.

Oggi, 23 maggio, a Palermo le celebrazioni assumono un sapore differente, grazie al recente arresto di Matteo Messina Denaro. A tal proposito, Maria Falcone – come riportato da Dire.it – ha detto in occasione dell’inaugurazione del museo che sarà dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Palazzo Jung di Palermo: “Io credo che con l’arresto di Messina Denaro si sia chiuso un cerchio. Si è messo finalmente al 41 bis l’ultimo dei sanguinari di Cosa nostra, quelli che sono stati responsabili delle stragi del 1992 e del 1993. Come dice Tina (Montinaro, ndr), credo che la giustizia debba continuare ad andare avanti e scoprire se c’era qualcosa dietro alla mafia”.

“Quella di oggi è soltanto la posa di una prima pietra di quello che sarà, spero a fine ottobre, il museo della memoria – ha poi aggiunto Maria Falcone -. Trovo importantissimo che questo bene così bello ma trascurato sia ridato alla città e che in questi luoghi i ragazzi possano trovare la memoria ma anche la voglia di lavorare per migliorare la Sicilia”.

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Il tema scelto dalla Fondazione Falcone per le celebrazioni di quest’anno dedicate non solo a falcone, ma anche a tutte le vittime della mafia è “Il tramonto si avvicina”. Si tratta del titolo della poesia della piccola Nadia Nencioni, assassinata con l’intera famiglia il 27 maggio del 1993 nella strage dei Georgofili a Firenze.

Marco Intravaia, deputato regionale di FdI e componente della Commissione regionale Antimafia, ha dichiarato: “Non è ancora il tempo di abbassare la guardia come ci racconta la cronaca ogni giorno, Cosa nostra non si è rassegnata e tenta sempre di rialzare la testa. Ognuno di noi può contribuire a dare un senso a quelle morti: rispettando le regole e restando nel solco della legalità, esponenti delle istituzioni e società civile, tutti uniti dal desiderio che la nostra terra un giorno sia veramente libera dal giogo mafioso. Oggi pomeriggio, sarò presso l’albero Falcone in mezzo a migliaia di palermitani, tantissimi non ancora nati all’epoca delle stragi, che con la loro presenza testimoniano il significato della frase diventata poi famosa, scritta su un lenzuolo il giorno dei funerali: ‘Non li avete uccisi, perché le loro idee continueranno a camminare sulle nostre gambe’. E quelle idee si muovono di generazione in generazione e crescono nei più giovani, facendo respirare un’aria nuova alla città di Palermo e a tutta la Sicilia”.

Sono tantissime le persone che prendono parte alle commemorazioni, anche in altri luoghi della Città e in tutta Italia. In questo 31esimo anniversario della Strage di Capaci è stato affisso al balcone della sede della Cisal Sicilia, a Palermo, uno striscione per ricordare le vittime.

 

Giuseppe Badagliacca e Nicolò Scaglione di Cisal Sicilia hanno così commentato l’iniziativa: “Un gesto che è diventato una sorta di tradizione e con il quale vogliamo ribadire la nostra gratitudine e ammirazione per chi ha dato la vita nella lotta contro la mafia e che quest’anno è reso ancor più significativo da due striscioni realizzati da alcuni studenti e che abbiamo avuto il piacere di esporre. Giornate come quella di oggi servono a ricordare a tutti l’importanza della legalità e della lotta alla mafia, impegni che non possono limitarsi solo al 23 maggio ma che devono diventare uno stile concreto e quotidiano per le istituzioni, le realtà sociali e tutti i cittadini”.

Nel suo messaggio istituzionale, il Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, ha detto: “I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia. Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire”.

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