Armi a base di oppioidi nell’arsenale di Putin, uno studio rivela la potenziale minaccia internazionale
Uno studio pubblicato da “Jama”, firmato da Eric Goralnick del Dipartimento di medicina di emergenza, Brigham and Women’s Hospital, USA, e riportato dall’Agi, informa che nell’arsenale bellico a disposizione di Putin ci sarebbero anche armi non convenzionali a base di oppioidi.
Che le armi chimiche non convenzionali siano ampiamente utilizzate da Putin, nonostante non siano approvate dalle convenzioni internazionali, già se ne era a conoscenza, ma il nuovo studio mette in evidenza anche che la ricerca di nuove armi e il loro uso indiscriminato non si sarebbe mai fermato.
L’Agi riporta una parte dello studio, in cui viene detto: “Anche armi non convenzionali a base di oppioidi sono state usate durante il regime di Putin. Nel 2002, i terroristi ceceni hanno attaccato il teatro Dubrovka a Mosca, provocando una situazione di stallo con ostaggi. In risposta, le forze speciali russe hanno instillato un aerosol chimico nelle prese d’aria del teatro, rendendo inabili gli occupanti e provocando 125 morti. L’analisi degli indumenti di due vittime ha dimostrato la presenza di remifentanil e carfentanil, due potenti oppioidi, che probabilmente hanno portato a morte per avvelenamento. Sebbene meno pratici sul campo di battaglia, è plausibile che l’esercito russo possa utilizzare composti simili per causare gravi perdite tra soldati avversari, manifestanti politici o civili intrappolati in edifici, ospedali, metropolitane o rifugi antiaerei.”
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Tra le armi non convenzionali ci sarebbero anche quelle a base di radiazioni e armi di tipo biologico. Lo studio si conclude con l’appello dei ricercatori alle autorità nazionali e internazionali: “Il mondo in conflitto è diventato notevolmente più pericoloso e gli operatori sanitari potrebbero trovarsi in prima linea di fronte a sfide nuove e senza precedenti. Sebbene speriamo che queste osservazioni e raccomandazioni non debbano mai essere utilizzate, la storia recente della guerra chimica e delle minacce radiologiche nell’attuale ambiente geopolitico suggerisce che sono necessarie prontezza e risolutezza”.
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