Alessia Pifferi arriva in tribunale. Le parole degli avvocati ai giornalisti che assediavano il tribunale in attesa dell’udienza
Nella giornata di ieri, 28 settembre, Alessia Pifferi è giunta in tribunale per un’udienza tecnica. La donna, che è apparsa provata, è accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. Gli avvocati della donna Solange Marchignoli e Luca D’Auria hanno dichiarato: «Parla sempre di sua figlia, chiede sempre della bambina, si rende conto che non l’abbraccerà mai più. Passa da fasi di sconforto e di pianto ad altri in cui non ha nessuna cognizione di quanto accaduto».
Poi hanno aggiunto: «È terrorizzata, ha paura, vive ovattata in carcere e queste telecamere le fanno paura. A me fa tenerezza, è spaventata da questa attenzione mediatica. Dopo l’iniziale caccia alle streghe bisogna capire che ha una storia drammatica, vogliamo fare luce su quanto accaduto senza inventare storie».
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L’udienza è stata fatta per chiedere una perizia psichiatrica a cui si sono opposti gli avvocati della controparte, ma per la difesa è necessaria «una consulenza neuroscientifica. Preferiamo agire con i guanti di velluto e quindi, per non inquinare il suo ricordo, lasciare ai consulenti questo compito, ossia capire cosa comprende. Vogliamo vedere – dice l’avvocato D’Auria – come questa persona si relaziona rispetto alla realtà, il che non integra per forza la capacità di intendere e di volere».
Il gip Filice si è riservato di decidere nei prossimi giorni, mentre il 14 ottobre sarà conferito in incidente probatorio l’incarico a un genetista per analizzare il contenuto del biberon lasciato accanto alla bambina.
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