Cesare Cremonini confessa: «L’amore? Sento una grande assenza»

L’artista si è raccontato

Cesare Cremonini, cantante ormai affermato del panorama italiano, giovedì esce con un duetto virtuale con Lucio Dalla, in Stella di Mare.

Per la prima volta è stato infatti concesso l’uso della voce di Dalla e l’artista ne ha parlato a Corriere della Sera.

«Qui (riferito a Stella di mare) invece racconta l’amore, i rapporti quotidiani, l’intimità della camera da letto. Lui disse che voleva passare dalla canzone di protesta a quella di proposta. Andava contro l’atteggiamento, ancora oggi vivo in molti che non sono altro che canzonettari, del voler dimostrare una credibilità artistica attraverso l’attenzione alla politica».

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E sul fatto di fare o meno canzoni politiche, spiega: «Nessuno vuole essere Robin è impegnata, ma più che politica la definirei civile. Quel “siamo tutti più soli” nasce da un disagio profondo e da un dolore privato che si collegano poi a una collettività intera. Anche La ragazza del futuro è civile, guarda alla collettività. Nel 2005-10 sono stato un autore che ha iniziato un racconto sull’intimità, poi sviluppato da altri, senza più gli stereotipi del grande amore baglioniano. Quel mio capitolo si va esaurendo per questioni anagrafiche, per la mia maturazione come uomo».
Poi parla anche dell’amore: «Le mie canzoni dicono che l’amore l’ho vissuto tanto, ma adesso ne sento un’assenza spaventosa. Il vuoto di questo istante di vita è ingombrante. Ho fatto una scelta di onestà con me stesso e non mi basta più accontentarmi. Però il legame con il pubblico compensa questa mancanza. Lo disse anche Alberto Sordi in un’intervista in cui gli chiedevano del suo essere uno scapolone».

E sul suo rapporto con il successo, iniziato con i Lunapop, spiega: «Vedo tanti colleghi che si raccontano con un documentario. Io avrei qualche difficoltà. Se guardo i filmati e le registrazioni del mio archivio vedo molta vita fino ai 22 anni. Poi mi chiudo in uno studio di registrazione per 12 anni ed è solo lavoro per costruire una carriera in prospettiva. Sento tanta plastica intorno e sto riscoprendo Kurt Cobain e i Nirvana. Ma se lui nel biglietto di addio scrisse “è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”, io dico che è meglio morire lentamente. Se mi chiedi quanti anni ho non ho risposta e questo mi ha aiutato a misurarmi con Lucio».

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