La Francia dice di no all’estradizione di 10 ex brigatisti italiani
La Francia dice di no all’estradizione di 10 ex brigatisti italiani. Marta Cartabia: “Aspetto di conoscere le motivazioni della sentenza”
Una decisione che nessuno si aspettava, nemmeno gli imputati e i loro legali, che al massimo speravano in un ulteriore rinvio, almeno per alcuni di loro. Invece, la Corte di Appello francese ha pronunciato un « avviso sfavorevole » alla richiesta di estradizione in Italia di 10 ex militanti della lotta armata fuggiti in Francia da decenni.
In aula si è sentito gridare “Assassini”, la parola è stata pronunciata dal deputato leghista Daniele Belotti, giunto in Francia da Bergamo insieme al vicesindaco di Telgate, Cristian Bertoli, e due carabinieri dell’associazione intitolata a Giuseppe Gurrieri, ucciso nel 1979 da Narciso Manenti, uno degli ex terroristi di cui viene negata l’estradizione. «Siamo venuti da Bergamo a Parigi per vedere in faccia questi assassini – ha detto Belotti, davanti al palazzo di Giustizia – e vederli esultare è stata una pugnalata alla schiena. Non tanto a noi che eravamo qui, ma alle famiglie delle vittime e a tutti gli italiani. Gridare assassini era il minimo che si potesse fare».
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La scelta della Corte, riferisce il Corriere della Sera, “si è basata sul rispetto della vita privata e familiare e il rispetto del giudizio in contumacia previsti degli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.
Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha dichiarato: «Rispetto le decisioni della magistratura francese, che agisce in piena indipendenza. Aspetto di conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni. Si tratta di una sentenza a lungo attesa dalle vittime e dall’intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia. Resta tutta l’importanza della decisione di un anno fa con cui il Ministro Eric Dupond-Moretti ha rimosso un pluridecennale blocco politico: un gesto, il suo, che è segno della piena comprensione dei drammi vissuti nel nostro Paese durante gli anni di piombo e soprattutto della fiducia del Governo francese nei confronti dei magistrati e delle istituzioni italiane».
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