“La scuola italiana fa schifo”, il sottosegretario replica alla protesta di uno studente
“La scuola italiana fa schifo”, il sottosegretario all’istruzione replica alla protesta di uno studente che indossa la maglia con la scritta
«La scuola italiana fa schifo», con questa frase stampata sulla maglietta, un maturando Francesco Intraguglielmo, studente 19enne del liceo scientifico Pietro Farinato di Enna, si è recato a scuola per sostenere la prima prova d’esame.
Maturità 2022, uno studente si presenta con la maglietta: “La scuola italiana fa schifo” — https://t.co/xlsWqYT4CV pic.twitter.com/RdbqhZOUxF
— Tecnica della Scuola (@TecnicaScuola) June 23, 2022
In un lungo post su Facebook, lo studente ha spiegato le ragioni della sua protesta:
«Arrivato alla maturità non ho cambiato idea, il sistema scolastico italiano fa schifo. In questo paese la scuola è l’ultima ruota del carro. Nessuno pensa a noi. Noi maturandi abbiamo perso quasi due anni di scuola. Siamo uno dei paesi in Europa che ha fatto più DAD. In quel momento non capivamo a pieno quanto ci stavano togliendo ma adesso che siamo alla fine del percorso abbiamo preso consapevolezza. Quei due anni hanno fatto emergere tutti i problemi di questo sistema scolastico: digitalizzazione assente, nessun argine per l’abbandono scolastico, didattica frontale poco stimolante, strutture fatiscenti, personale poco formato, mal pagato e demotivato. E nonostante tutti sapessero in che stato versasse la nostra scuola la prima cosa che si sacrificava era proprio quella. Quando doveva essere l’ultimo luogo ad essere chiuso. Migliaia di studenti che vengono dalle famiglie più svantaggiate, si sono arresi. Noi fortunati, che stiamo affrontando la maturità, alla fine abbiamo riempito alla meno peggio le lacune che si sono create in quei mesi bui e ci arrabbiamo per tutti i momenti che abbiamo perso e che non riavremo mai. Non mi sarei mai dato pace se non avessi, durante la maturità, momento simbolo dell’anacronismo di questo sistema, tentato di attirare l’attenzione su una scuola che è ormai in cenere, il luogo che è la base del nostro sistema democratico abbandonato a se stesso. Per questo ho indossato questa maglia e scritto questa lettera. Noi non andremo più a scuola ma altri studenti varcheranno quelle porte e combatterò per fare in modo che abbiano un’esperienza migliore della mia».
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Al giovane ha risposto con un lungo post il sottosegretario della Lega Rossano Sasso.
«Caro Francesco, ti scrive un ragazzo che nel 1993 da rappresentante d’istituto espose uno striscione con su scritto «ribellarsi è giusto». Un po’ più romantico, se permetti, rispetto al tuo «la scuola fa schifo» con cui ti sei presentato agli esami di «maturità». Questo giusto per dirti che sì, sono sottosegretario al ministero dell’Istruzione, ma sono stato studente anch’io e nella scuola ho anche lavorato per tanti anni». «Il tuo gesto di sfida nei confronti della comunità che, volente o nolente, ti ha formato per gran parte della tua vita, consentimi, è sbagliato». Poi aggiunge: «per due anni ti è stata negata la vita, la scuola in presenza, ti è stata negata la gioventù. Da quando mi sono insediato con questo Governo ho lottato ogni giorno per mantenere le scuole aperte e in parte ci siamo riusciti, questo lo riconoscerai, ma resta la macchia indelebile della deprivazione culturale che la tua generazione ha subìto. Tu ti lamenti soprattutto perché per troppi giorni chi ci ha preceduto ha chiuso le scuole. Il mio impegno è quello di garantire agli studenti sempre più didattica in presenza».
Non si è lasciata attendere la risposta del giovane che scrive sempre si Facebook: «Rossano Sasso Sottosegretario all’istruzione decide di commentare così il mio gesto. Sarebbe stato gradevole quanto meno leggere gli articoli e non fermarsi al titolo e alla foto. Ma va bene così, ci vediamo al MIUR».
Anche la preside Laura Biancato ha commentato la scelta del giovane:
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