“La scuola italiana fa schifo”, il sottosegretario replica alla protesta di uno studente

La scuola italiana fa schifo, il sottosegretario replica alla protesta di uno studente

“La scuola italiana fa schifo”, il sottosegretario all’istruzione replica alla protesta di uno studente che indossa la maglia con la scritta

«La scuola italiana fa schifo», con questa frase stampata sulla maglietta, un maturando Francesco Intraguglielmo, studente 19enne del liceo scientifico Pietro Farinato di Enna, si è recato a scuola per sostenere la prima prova d’esame.

In un lungo post su Facebook, lo studente ha spiegato le ragioni della sua protesta:

«Arrivato alla maturità non ho cambiato idea, il sistema scolastico italiano fa schifo. In questo paese la scuola è l’ultima ruota del carro. Nessuno pensa a noi. Noi maturandi abbiamo perso quasi due anni di scuola. Siamo uno dei paesi in Europa che ha fatto più DAD. In quel momento non capivamo a pieno quanto ci stavano togliendo ma adesso che siamo alla fine del percorso abbiamo preso consapevolezza. Quei due anni hanno fatto emergere tutti i problemi di questo sistema scolastico: digitalizzazione assente, nessun argine per l’abbandono scolastico, didattica frontale poco stimolante, strutture fatiscenti, personale poco formato, mal pagato e demotivato. E nonostante tutti sapessero in che stato versasse la nostra scuola la prima cosa che si sacrificava era proprio quella. Quando doveva essere l’ultimo luogo ad essere chiuso. Migliaia di studenti che vengono dalle famiglie più svantaggiate, si sono arresi. Noi fortunati, che stiamo affrontando la maturità, alla fine abbiamo riempito alla meno peggio le lacune che si sono create in quei mesi bui e ci arrabbiamo per tutti i momenti che abbiamo perso e che non riavremo mai. Non mi sarei mai dato pace se non avessi, durante la maturità, momento simbolo dell’anacronismo di questo sistema, tentato di attirare l’attenzione su una scuola che è ormai in cenere, il luogo che è la base del nostro sistema democratico abbandonato a se stesso. Per questo ho indossato questa maglia e scritto questa lettera. Noi non andremo più a scuola ma altri studenti varcheranno quelle porte e combatterò per fare in modo che abbiano un’esperienza migliore della mia».

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Al giovane ha risposto con un lungo post il sottosegretario della Lega Rossano Sasso.

«Caro Francesco, ti scrive un ragazzo che nel 1993 da rappresentante d’istituto espose uno striscione con su scritto «ribellarsi è giusto». Un po’ più romantico, se permetti, rispetto al tuo «la scuola fa schifo» con cui ti sei presentato agli esami di «maturità». Questo giusto per dirti che sì, sono sottosegretario al ministero dell’Istruzione, ma sono stato studente anch’io e nella scuola ho anche lavorato per tanti anni». «Il tuo gesto di sfida nei confronti della comunità che, volente o nolente, ti ha formato per gran parte della tua vita, consentimi, è sbagliato». Poi aggiunge: «per due anni ti è stata negata la vita, la scuola in presenza, ti è stata negata la gioventù. Da quando mi sono insediato con questo Governo ho lottato ogni giorno per mantenere le scuole aperte e in parte ci siamo riusciti, questo lo riconoscerai, ma resta la macchia indelebile della deprivazione culturale che la tua generazione ha subìto. Tu ti lamenti soprattutto perché per troppi giorni chi ci ha preceduto ha chiuso le scuole. Il mio impegno è quello di garantire agli studenti sempre più didattica in presenza».

Non si è lasciata attendere la risposta del giovane che scrive sempre si Facebook: «Rossano Sasso Sottosegretario all’istruzione decide di commentare così il mio gesto. Sarebbe stato gradevole quanto meno leggere gli articoli e non fermarsi al titolo e alla foto. Ma va bene così, ci vediamo al MIUR».

Anche la preside Laura Biancato ha commentato la scelta del giovane:

«Conosco Francesco Intraguglielmo. Mesi fa ci siamo fatti una lunga chiacchierata in videochiamata. Un momento di confronto tra due persone molto diverse, per età, esperienza, provenienza e ruolo, ma accomunate da un unico pensiero: cambiare il sistema della scuola statale in meglio. Io, persona di scuola con 40 anni di lavoro alle spalle, preside da quasi 30, ho ascoltato questo splendido ragazzo appassionarsi sui temi degli ambienti di apprendimento, delle metodologie, dei programmi di studio, della selezione e formazione dei docenti. Ne parlava in modo serio, anche critico, ma estremamente maturo.
Mi sono persino commossa, perché ho pensato, confrontandomi con lui, che questa generazione che tanti tacciano di pressappochismo e superficialità, di disconnessione dalla realtà, ha invece i piedi ben piantati per terra ed è capace di una chiara visione delle priorità del Paese. La scuola è una di queste.
Mi sono ad un certo punto, lo ammetto, rivista in lui. Ho rivisto quella ragazzina che appena quindicenne entrava a far parte del primo consiglio scolastico del Distretto di Asolo (i decreti delegati erano appena stati applicati, erano gli anni settanta), come rappresentante degli studenti, e che anche come rappresentante di classe non stava mai zitta e mai ferma… Ho iniziato allora a darmi da fare per rimediare alle storture, quando tutto sommato il sistema scolastico nazionale non aveva le criticità che sono state accumulate nei decenni successivi, ed ero pure in una situazione privilegiata, in una scuola superiore innovativa già all’epoca, che mi ha dato tantissimo.
Ho pensato, parlandogli, che Francesco rappresentasse bene la popolazione scolastica italiana, con il suo fare misurato e gentile, ma con la determinazione di chi vive i problemi della scuola nazionale da utente, ne vede le enormi falle e non ci sta a subirle.
Francesco ha fondato mesi fa un movimento che si chiama “Rivoluzioniamo la scuola”, che ha obiettivi e proposte molto seri, che in larga misura condivido, al punto da averne fatto io stessa da decenni una battaglia personale e professionale.
Gli diedi appoggio allora, in videochiamata; glielo do anche ora, senza alcuna riserva se non che il suo gesto ha stupito anche me, che lo conosco. Un’azione non facile, e non priva di rischi.
Immagino e leggo quale siano state le reazioni del mondo della scuola, soprattutto. Un mondo che però dovrebbe farsi due domande in più.
Francesco non è affatto un maleducato, anzi; non è un irrispettoso delle istituzioni. Al contrario.
È un ragazzo con un senso civico spaventosamente elevato. Francesco rappresenta ciò che milioni di studenti pensano. Francesco va ascoltato. Se avrete la pazienza di vedere l’intervista contenuta qui sotto, ve ne renderete conto».
Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo?fbid=550029419860215&set=a.475556207307537

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