Russia, manifestazioni: i modi alternativi per comunicare ed evitare la censura
Russia, manifestazioni: i modi alternativi per comunicare ed evitare la censura. Nonostante ciò per i manifestanti sono puniti con il carcere
Come abbiamo appreso qualche giorno fa, in Russia Putin ha firmato una legge che determina fino a 15 anni di carcere per tutti coloro che nel Paese sostenga in qualsiasi modo l’Ucraina, critichi l’invasione dell’esercito russo o anche solo pronunci il termine “guerra”.
Inoltre, abbiamo assistito a manifestazioni di piazza contro la guerra nelle maggiori città russe, in cui la popolazione civile, anche se pacificamente, è stata arrestata per aver espresso un pensiero, mostrato un cartello o deposto dei fiori presso l’ambasciata ucraina. Agli arresti non sono stati risparmiati nemmeno gli anziati e i bambini.
C’è da dire che le manifestazioni di protesta non autorizzate dalle forze di polizia sono vietate dal 2014. Chi disattende il divieto è punito con l’arresto, che può arrivare fino a 15 giorni di prigione d’ufficio per chi osi pronunciare frasi contro il governo. Al secondo arresto, la pena può arrivare fino a 5 anni di detenzione.
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La censura è dunque ai massimi livelli, nonostante si continua a manifestare contro il potere di Putin e lo si fa, cercando di aggirare il sistema di comunicazione. Messaggi criptati, che solo le persone interessate possono capire. Un esempio è rappresentato da un testo di un messaggio riportato dal Corriere della Sera: “Per ritrovarsi a Pushkin Square, a Mosca, i manifestanti si sono preoccupati di organizzare il proprio appuntamento di protesta diffondendo sui social media l’immagine del poeta russo Pushkin, il numero 7, che era riferito all’orario e l’emoji ripetuta dell’omino che cammina”.
Si tratta di piccoli escamotage, che tuttavia possono costare molto caro. E’ il caso, ad esempio, di un solo tweet che è costato l’arresto di 14mila persone, o il caso di una donna arrestata su un treno per aver pubblicato un post di protesta cinque giorni prima su Facebook.
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