Cambio colore per le Regioni. Domani alcune potrebbero passare in arancione. Costa: “resti solo la zona rossa”
Si attende il report settimanale di domani, giovedì 20 gennaio, per capire la situazione epidemiologica nel nostro Paese. Tuttavia, secondo le stime, sono molte le regioni che potrebbero passare alla zona arancione. La prima a fare il passaggio è stata la Valle D’Aosta, ma a rischiare sono anche Marche, Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia, Calabria e provincia di Trento.
Già ieri, hanno superato le soglie della zona arancione il Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia, mentre l’Abruzzo è al limite. Dunque, bisogna attendere gli esiti della cabina di regia, che terrà conto dei dati di domani. A rischio anche le Marche e Provincia di Trento, ma probabilmente non prima del 31 gennaio. Le altre regioni, seppur con dati alti, sono ancora a rischio moderato.
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Intanto, si rivaluta il criterio della classificazione dei colori per le varie Regioni. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, in una intervista al Corriere della Sera, ha espresso perplessità sulla necessità di mantenere l’attuale classificazione dei colori. Secondo Costa “bisogna avviare con le Regioni un percorso per il loro superamento. Dobbiamo ricordarci come è nato quel sistema. In tempi nei quali il crescere del contagio rendeva necessario porre in atto limiti alla libertà generalizzata”.
“Ora che c’è il super green pass e lo scenario è cambiato – si chiede Costa – che senso hanno ancora i colori delle Regioni?” E aggiunge: “Sì, ma sono state messe a punto misure più restrittive e puntuali. C’è il super green pass e la semplificazione. E c’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa”.
Inoltre, il sottosegretario ha parlato anche dell’alto numero dei tamponi e della possibilità di eliminarli “solo per gli asintomatici dopo la quarantena. Questo permetterebbe di alleggerire i tamponi almeno del 50%. E semplificherebbe il lavoro a presidi e personale delle scuole”.
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