Bimbo ucciso dalla madre, parla il padre Norbert Juhasz: “Alex poteva essere salvato” e punta il dito contro le autorità ungheresi
Alex, questo il nome del bimbo di due anni ucciso a coltellate dalla madre a Città della Pieve, poteva essere salvato? Il padre del bambino ne è certo. L’uomo ha rilasciato delle dichiarazioni, che sono più uno sfogo tra la disperazione e la rabbia per quello che è accaduto e per il fatto che questa tragedia si poteva evitare. Ha detto Norbert Juhasz, il padre del bambino a diversi giornali: “Ha rapito il mio Alex il giorno in cui avrebbe dovuto consegnarmelo perché il tribunale lo aveva affidato a me, è scappata in Italia e lo ha ucciso e poi ha confessato di averlo ammazzato in un messaggio a un amico“.
Poi ha aggiunto: “La madre aveva anche minacciato di dare fuoco al bambino e nonostante ciò non hanno fatto nulla. Tutti vedevano come non fosse assolutamente adatta a crescere un figlio ma non le è stato tolto”. E nel messaggio con la foto del piccolo ucciso c’era scritto “ora non apparterrà a nessuno di noi“.
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La Nazione aggiunge un’altra dichiarazione del padre, in cui parla del bambino e della madre: “Alex era il mio angelo. L’ho amato più di tutto. Era un ragazzino sveglio, carino che amava la vita. Lo volevo accanto. Non potrò mai perdonare Catherine per quello che ha fatto“. Poi ha raccontato i contorni del messaggio ricevuto con la foto del bambino insanguinato: “Nessuno lo avrà, c’era scritto nel messaggio che l’accompagnava. La madre lo ha inviato all’altro suo figlio (di 18 anni avuto da un’altra relazione, ndr) e lui lo ha inoltrato a me. Ho sperato che quella foto fosse falsa. Sono andato subito alla polizia“.
L’uomo punta il dito anche contro le autorità ungheresi: “Le autorità ungheresi hanno commesso molti errori. Ho richiesto invano la tutela e non hanno fatto nulla. Alla fine un giudice ha disposto che Katalin non fosse autorizzata a crescere il bambino. Sono assolutamente convinto che una simile tragedia sarebbe stata evitata se le autorità ungheresi avessero agito in tempo“.
Mentre parla di correttezza sull’operato delle forze dell’ordine italiane: “Siamo stati chiamati dalle autorità italiane. Si sono messi in contatto con il mio avvocato, si sono comportati in maniera corretta“.
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