Smart working addio, ecco come sta cambiando il lavoro a distanza
Smart working addio, dal 15 ottobre si torna in ufficio, ma il lavoro a distanza non scompare. Ecco cosa potrebbe cambiare a breve
Da prossimo 15 ottobre i lavoratori della pubblica amministrazione torneranno a lavoro in ufficio e potranno dire addio allo smart working. Questo è quanto stabilito da Mario Draghi in un apposito decreto, firmato e pubblicato ieri pomeriggio.
Il testo del decreto dice: “La modalità ordinaria di lavoro nelle Pubbliche amministrazioni dal 15 ottobre torna ad essere quella in presenza. Lo prevede il Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Le PA assicureranno che il ritorno in presenza avvenga in condizioni di sicurezza, nel rispetto delle misure anti Covid-19“.
Leggi anche: GIACOMO SARTORI, TROVATO SENZA VITA IL CORPO DEL GIOVANE INFORMATICO
Per il ritorno alla normalità si partirà con la riapertura degli sportelli aperti al pubblico, ma soltanto la possibilità di usufruire dei servizi su prenotazione, al fine di evitare assembramenti e code. Quindi si dice addio allo smart working come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, ma il ministro Brunetta aveva accennato ad una nuova tipologia contrattuale, che prevede il lavoro agile, ovvero il lavoro da remoto, ma parallelo al lavoro in presenza.
Questa tipologia di contratto prevederà accordi individuali, che dovranno tener conto della durata, delle giornate di lavoro a distanza e del luogo dove lavorare, per cui è escluso il lavoro fuori dei confini nazionali. Secondo la bozza riportata dal Corriere della Sera, “il tempo di lavoro potrebbe essere diviso in tre fasce: operatività, contattabilità e inoperabilità, e durante quest’ultima il lavoratore avrà diritto alla disconnessione completa“. Inoltre “l’accesso allo smart working dovrebbe essere facilitato per chi si trova in determinate condizioni, come i genitori con figli minori di 3 anni o disabili, o lavoratori con disabilità“.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.