Il padre di Seid Visin, calciatore morto suicida: “Porteremo avanti la sua lotta al razzismo”
A inizio giugno il ragazzo si è tolto la vita
Era inizio giugno quando il calciatore, Seid Visin, che aveva anche giocato nelle giovanili del Milan si è tolto la vita.
Seid aveva 20 anni era nato in Etiopia ed era arrivato in Italia a 7 anni adottato da una famiglia. Aveva diviso anche la stanza con Donnarumma, giocato a Benevento e poi lasciato il calcio.
A Nocera Inferiore viveva e ed era tornato a studiare prima della scelta che ha cambiato tutto. A oltre un mese di distanza dal tragico incidente parla, a “Corriere della Sera“, il padre, Walter.
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«Adesso ci è tutto più chiaro – dice – e io e mia moglie abbiamo deciso che daremo voce al pensiero di Seid, porteremo avanti la sua lotta contro il razzismo e contro ogni tipo di discriminazione. Lo faremo a partire dalla sua lettera. La leggeremo e la discuteremo nelle scuole, nei campi di calcio, nelle conferenze. Lo faremo per lui e per ogni Seid che si sente fuori posto per il colore della sua pelle».
Seid aveva anche scritto nel 2019, una lettera in cui denunciava episodi di razzismo e inizialmente i genitori avevano spiegato che il gesto non fosse legato alla discriminazione.
A mente fredda hanno però compreso che in parte c’era il peso del razzismo. La coppia ha così contattato un’associazione “Mamme per la Pelle”.
In quei giorni eravamo scioccati, confusi. Mia moglie lo ha trovato in quelle condizioni… una cosa devastante. Abbiamo alzato dei muri per difenderci dal dolore e per respingere un assalto mediatico che non ci aspettavamo. Non era tempo per ragionare su quello che ci era caduto addosso. Ora invece lo sappiamo: sì, il razzismo ha contato nella vita e nella morte di nostro figlio. Seid era un ragazzo che aveva dei cassetti segreti chiusi nella sua mente, c’erano dentro dispiaceri e abusi subiti in Etiopia da piccolo, contenevano tutte le sue fragilità. Questo ha certamente contato nella sua decisione di togliersi la vita. Ma in quella decisione c’è anche il razzismo che ha vissuto come ragazzo nero qui in Italia.
E poi il racconto di alcuni episodi: “Quand’era a Milano qualcuno aveva urlato “togliete quel nero di m…. dal campo. Siamo arrivati alla conclusione che Seid ci nascondeva la sua sofferenza per il razzismo, per proteggerci. Ecco. Dirò anche questo nella cerimonia prevista a settembre per dedicare a lui il campetto di calcio in cui giocava”.
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