Per Matteo Renzi il Reddito di cittadinanza “va abolito, perché serve solo a ottenere consenso” e lancia la proposta di un referendum abrogativo
Matteo Renzi, a Napoli per a presentazione del suo ultimo libro “Controcorrente” (Piemme), è ritornato sul Reddito di cittadinanza, ribadendo la convinzione che la misura di sostegno vada abolita, poiché si tratta, secondo l’ex Premier, di una manovra di M5S volta esclusivamente a ottenere il consenso: “È un voto clientelare garantito e organizzato che i 5 stelle intendono rappresentare e che noi vogliamo scardinare”.
Sulle modalità di abrogazione del Reddito di cittadinanza, spiega Renzi: “Sul referendum abrogativo del reddito di cittadinanza c’è un problema sulle tempistiche legato al fatto che la Costituzione e la legge attuativa del principio referendario danno dei tempi molto stretti che ci fanno finire nell’imminenza delle elezioni. Stiamo dunque ragionando nel merito di come riuscire a farlo entro la legislatura se ce la si fa, o se raccogliere le firme e poi farlo subito dopo, all’inizio della prossima legislatura”.
Ma l’idea del Referendum viene lanciata da Renzi pubblicamente, come riporta il Corriere della Sera: “Nel 2022 vorrei che l’Italia potesse decidere se continuiamo con questo fallimento o se questi soldi li mettiamo per cose che servono: soprattutto per riqualificare il lavoro delle persone. Quindi faremo questa raccolta di firme. Mi piace pensare che chi di referendum ferisce di referendum perisce. Il M5s ha vinto contro di me quello sulla Costituzione, ora credo che gli italiani abbiano diritto di esprimersi se vogliamo andare avanti sui sussidi o sul lavoro“.
Matteo Renzi si dice convinto – come riporta Il fatto Quotidiano – che questa forma di sostegno economico non rappresenti un aiuto concreto per chi è in difficoltà e non sia una formula vincente: “Il meccanismo del reddito di cittadinanza lo sanno quelli che fanno i navigator non sta funzionando. Fa parte del tentativo del Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni, e ci sono riusciti, ma è stato più un tentativo di vincere le elezioni che di risolvere il problema. Allora io dico troviamo il modo di mettere questi soldi a sostegno delle persone per trovare lavoro e non per dare un sussidio e far dipendere la persona che ha bisogno dal politico di turno”.
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