Il caso ha letteralmente fatto il giro del mondo
L’omicidio di George Floyd ha fatto il giro del mondo. Ucciso da un poliziotto che gli ha letteralmente tolto l’aria Floyd è diventato un simbolo di lotta al razzismo.
Da lì sono sorte proteste manifestazioni e ha preso corpo il movimento “Black Lives Matter” che ha coinvolto star, sportivi e persone di tutto il mondo non solo per onorare la memoria di George ma di tutte le persone di colore che ogni anno subiscono abusi di potere da parte delle autorità americane.
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Intanto è così iniziato a Minneapolis il processo al poliziotto reo di aver ucciso l’uomo, Derek Chauvin che tenne il suo ginocchio premuto contro il collo di Floyd (sembra per quasi 9 minuti e non per 8 e 46 come inizialmente scoperto) arrestato per una banconota falsa da 20 dollari.
La tortura causò la morte del 46enne per asfissia. Nelle ultime ore la famiglia della vittima si è inginocchiata per 8 minuti e 46 secondi (tempo in cui Floyd morì). L’avvocato della famiglia Ben Crump ha spiegato: “Questo caso di omicidio non è difficile, basta guardare il video della tortura di George Floyd”.
La difesa invece sosterrà la normale esecuzione del protocollo.
Uno dei fratelli, Philonise Floyd, durante una veglia aveva invece dichiarato: “(Chauvin) ha tolto l’anima dal corpo di mio fratello, che implorava sua madre. Nessun uomo dovrebbe farlo. Abbiamo bisogno di giustizia per George; abbiamo bisogno di una condanna”.
Il processo verrà trasmesso in tv: ci sono quattordici giurati che compongono la giuria popolare: nove donne e cinque uomini, quattro afroamericani e due di razza mista.
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