Wuhan, un ricercatore di Seattle scopre sequenze del virus cancellate
Wuhan: un ricercatore di Seattle ha scoperto in rete delle sequenze del virus cancellate e diverse da quelle che conosciamo
L’ipotesi che il virus del Covid-19 non sia naturale, ma che abbia un legame con il laboratorio di Wuhan sarebbe avvalorata da un’altra teoria sostenuta da un ricercatore di Seattle, il virologo Jesse Bloom, del Fred Hutchinson Cancer Research Center.
Il ricercatore ha individuato nei meandri della rete 13 sequenze del primissimo SARS-CoV-2 di Wuhan, che fanno parte di set di oltre 200 campioni di virus appartenenti ai primi casi di COVID-19 raccolti all Renmin Hospital di Wuhan, ma successivamente scomparsi dal database scientifico online. Il ritrovamento mostrerebbe come questi campioni siano differenti e molto probabilmente precedenti a quelli isolati al mercato ittico di Wuhan. Ciò dimostrerebbe, dunque, che l’origine del virus non sarebbe al mercato ittico, ma altrove e precedenti al dicembre 2019. Inoltre le sequenze analizzate sono riconducibili anche a Paesi fuori dalla Cina, compresa l’Italia.
Come ha fatto il ricercatore a recuperare le sequenze? Si legge sul Corriere della Sere: “La maggior parte delle sequenze provenivano da un progetto di ricerca dell’Università di Wuhan chiamato PRJNA612766. Pensando di trovarle complete sul Sequence Read Archive, lo scienziato americano ha scoperto che erano state eliminate. Ha ricostruito che i dati cancellati corrispondevano a quelli presenti in uno studio che ha parzialmente sequenziato 45 campioni nasofaringei di pazienti ambulatoriali di Wuhan con sospetta COVID-19 nelle prime fasi dell’epidemia. Ha utilizzato delle funzioni di storage di Google Cloud per ritrovare i file ed è riuscito a recuperare 34 sequenze con le quali ha ricostruito le sequenze virali parziali di 13 di questi campioni”.
Il dubbio che infittisce il mistero, ovviamente, riguarda il motivo per cui queste sequenze di virus siano state cancellate: un errore o un’azione volontaria? Quello che sembra certo, è che le sequenze recuperate dal ricercatore sono più simili ai coronavirus dei pipistrelli rispetto ai virus rilevati del mercato del pesce.
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