Valentina Petrillo, l’atleta paralimpica e transgender: «La sentenza Uk? Una pugnalata»

Valentina Petrillo, l'atleta paralimpica e transgender: «La sentenza Uk? Una pugnalata»

Ha parlato dopo la sentenza della Corte Suprema britannica

Stando a una sentenza della Corte Suprema britannica, per stabilire il sesso di una persona vale solo il sesso biologico. Valentina Petrilllo, atleta ipovedente e transgender ha così parlato della decisione a Corriere della Sera.

«Fa molto male. Una pugnalata. In un mondo ideale ogni persona dovrebbe essere libera di autodeterminarsi. L’errore sta alla base. In primo luogo, quello di essere catalogati alla nascita. Poi non poter cambiare questa registrazione. Non riesco a capire l’accanimento di certi organi, Stati o persone verso il percorso di affermazione di genere di una persona».

Petrillo è napoletana, classe 1973, ed è affetta dalla sindrome di Stargardt.

«Vivevo in un mondo mio, ma non volevo dare segnali della femminilità che sentivo e tenere questo segreto solo fino alla morte. Pensavo di deludere i miei genitori, i pregiudizi mi bloccavano».

Poi, a Bologna, dove vive ha spostato Elena e ha avuto un figlio e fatto coming out nel 2018. «Avevo paura che quella confidenza così intima, che riguardava me, ma certamente avrebbe avuto impatto anche su di loro, potesse creare sofferenza. Fui sostenuta e fu importante»,

Di Valentina Petrillo pure J.K Rowling, autrice che ha ideato la saga di Harry Potter, si era interessata, parlando di un imbroglio.

«Le risposi che ero meravigliata: proprio lei che nei suoi libri ha inventato un gioco, il Quidditch, dove non ci sono divisioni per genere. E comunque io sono all’interno delle regole».

Per la legge italiana è donna, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Parigi ma non può prendere parte alle gare maschili o femminili in quanto transgender.

Petrillo ha infine concluso: «La sentenza, oltre che discriminare le persone transgender, fa male alle donne biologiche, se così vogliamo definirle seguendo la sentenza, perché le relega per l’ennesima volta su un livello non paritario con l’uomo, ma implicitamente inferiore. Io dico: donne, stiamo unite. Questa è la nostra lotta per i diritti».

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