Vaiolo delle scimmie, contagio e manifestazione. Ecco cosa sappiamo sull’insorgere e sulla cura della malattia
Nelle ultime settimane stanno aumentando i casi di Vaiolo delle scimmie, ma di cosa si tratta e come si trasmette?
Il Vaiolo delle scimmie è una una malattia che riguarda gli animali selvatici, ma che può comportare infezioni umane accidentali. La malattia è provocata da un virus che appartiene alla famiglia degli orthopoxvirus. La trasmissione del virus avviene sia per contatto che attraverso i droplet, ovvero goccioline respiratorie che si emettono starnutendo, tossendo o parlando.
Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie va dai 6 ai 13 giorni, ma possono esserci casi che vanno da 5 a 21 giorni. La malattia – si legge sul Corriere della Sera – si manifesta attraverso “sintomi simil-influenzali come stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, febbre, linfonodi ingrossati ed esantema”.
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Solitamente i sintomi sono lievi, ma non si escludono casi gravi. Inoltre, le lesioni possono essere particolarmente pruriginose o dolorose. I primi sintomi, che inducono a individuare i casi sospetti, sono l’insorgenza di “febbre superiore ai 38,3 gradi, mal di testa, linfonodi ingrossati, mal di schiena, mialgia, eruzione cutanea distintiva”.
La malattia è autolimitante e si risolve in poche settimane. I soggetti sintomatico vengono ricoverati solo in caso di necessità, “con attenzione particolare a eruzioni cutanee estese, bambini e soggetti immunodepressi”. I soggetti colpiti dalla malattia e i contatti stretti vengono posti in isolamento fino alla scomparsa delle lesioni cutanee.
Inoltre, si legge sul Corriere che “In Italia, la vaccinazione – efficace anche per il Vaiolo delle scimmie – è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. Ma un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati rispettivamente nel 2019 e nel 2022”.
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