Un anno dopo la liberazione, la nuova vita di Silvia Romano

Il 9 maggio del 2020 tornava in Italia 

Silvia Romano, il 9 maggio del 2020 tornava in Italia dopo 18 mesi di prigionia in Somalia, a seguito del rapimento in Kenya.

La milanese, che al suo ritorno ha dovuto affrontare forse un inaspettato clamore mediatico, legato non solo alla sua storia ma alla conversione all’Islam, un anno dopo ha stravolto la sua vita.

La 26enne si è sposata, come riportano oggi i principali quotidiani italiani, con un amico di infanzia e non vive più a Milano ma nell’hinterland dove insegna lingue straniere in una scuola per adulti, come spiegato in un’intervista a “La Stampa”.

Le nozze con l’amico, Paolo di origini sarde, si sono svolte già diversi mesi fa a ottobre a Campegine, un paesino di poco più di 5 mila abitanti nella provincia di Reggio Emilia. L’uomo poco prima della nozze si è convertito all’islam proprio come la Romano.

I due vivono lontano dal capoluogo lombardo e Silvia si dice felice come testimoniano anche amici di famiglia.

Oggi presta anche servizio di volontariato in totale anonimia, cercando di preservare la sua privacy. Da un anno è entrata nel Progetto Aisha, associazione che si batte contro le discriminazioni e le violenze domestiche di cui sono spesso vittime le islamiche. Un progetto nato dalla comunità musulmana milanese che ruota attorno alla moschea Mariam di via Padova.

 

 

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