Tensione tra Zelensky e Papa Francesco dopo le ultime dichiarazioni del Pontefice

Tensione tra Zelensky e Papa Francesco dopo le ultime dichiarazioni del Pontefice

Tensione tra Zelensky e Papa Francesco dopo le ultime dichiarazioni del Pontefice. Il chiarimento del direttore della Sala Stampa Vaticana

Un incidente diplomatico tra Zelensky e Papa Francesco si è registrato dopo le dichiarazioni del Pontefice in una intervista registrata lo scorso 2 febbraio, i cui contenuti sono stati anticipati solo qualche giorno fa. Nell’intervista, rilasciata alla Radio Televisione Svizzera (RSI) Papa Francesco invita ad accelerare sui negoziati di pace, usando la metafora della resa con la bandiera bianca per porre fine al conflitto.

Le parole del Papa non sono piaciute al leader ucraino, che sui social ha replicato con un video accompagnato da un lungo post, in cui dice: “Le nostre Forze di Difesa sono composte da molti elementi. Molte brigate e unità. E tutti quelli che prestano servizio al fronte, tutti quelli che difendono lo stato dai sabotatori russi e dal terrore, tutti quelli che svolgono missioni di combattimento meritano gratitudine e rispetto. Gli assassini e i torturatori russi non si stanno muovendo più in Europa solo perché sono trattenuti dagli ucraini con armi in mano e sotto la bandiera blu e gialla. In Ucraina, c’erano molte mura di case e chiese bianche che ora sono bruciate e rovinate dalle conchiglie russe. E questo parla molto eloquentemente di chi deve fermarsi affinché la guerra finisca. Chiunque protegga la vita e le persone compie la missione più onorevole possibile in mezzo a una invasione così disumana. E dobbiamo proteggere pienamente la vita in casa nostra. E ringrazio tutti quelli che sostengono la nostra difesa, difensori ucraini. Quando il male russo ha iniziato questa guerra il 24 febbraio, tutti gli ucraini si sono difesi. Cristiani, musulmani, ebrei – tutti. Ringrazio ogni cappellano ucraino che è con l’esercito, nelle Forze di difesa. Sono in prima linea, proteggono la vita e l’umanità, sostenendo con la preghiera, la conversazione e i fatti. Questa è la chiesa – è insieme alle persone, non a duemila chilometri e mezzo da qualche parte, mediando virtualmente tra chi vuole vivere e chi vuole distruggerti. Ringrazio tutti coloro che stanno facendo di tutto in Ucraina e con l’Ucraina per salvare vite, ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando e che sono davvero con noi attraverso azioni e preghiere”.

La Santa Sede è poi intervenuta per chiarire la vicenda. A parlare è stato il direttore della Sala Stampa, Matteo Bruni, che specifica: “Il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘Il negoziato non è mai una resa’”.

Come riportato da Vatican News, nell’intervista in questione il giornalista Lorenzo Buccella chiede al Papa: “In Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?”. E Francesco risponde: “È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

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Chiarita la dinamica, bruni conclude: “L’auspicio del Papa è e resta quello sempre ripetuto in questi anni, e ripetuto recentemente in occasione del secondo anniversario del conflitto: ‘Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura’”.

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