Tennis, cosa lascia in eredità Fabio Fognini

Fognini

Il tennista ha annunciato il ritiro

Con una sconfitta – vittoria, come l’ha definita lui, Fabio Fognini, ieri 9 luglio, a sorpresa ha detto addio al tennis. A 38 anni è giusto appendere la racchetta al chiodo e fermarsi, prendersi del tempo per una nuova vita e per i suoi tre figli nati dal matrimonio con l’ex collega e campionessa Flavia Pennetta.

“Gli ultimi anni della carriera sono stati difficili, è arrivato il momento di essere onesto con me stesso. Ho avuto dei cali nel ranking. Amo questo sport e la motivazione è ancora alta, il tennis mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho tanti bei ricordi che conservo nel cuore, qualcosa di speciale. Questo giorno, però, sapevo che sarebbe arrivato. Questo sport mi ha accompagnato per tutta la vita e continuerà a farlo. Conserverò per sempre tantissimi bei ricordi. Ho giocato nell’era di Djokovic, Nadal e Federer. I migliori giocatori. Sono stato fortunato a vivere questa era. Sono felice di dire addio in questo momento. Non parteciperò ad altri tornei, lascio oggi“.

Poi: “Ho fatto questo lavoro per 20 anni e non so fare altro, però penso che non potevo chiedere un’uscita migliore. Stavo competendo male, ci sono stati gli infortuni che hanno portato a vincere poche partite e perdere ranking. Queste cose hanno giocato contro. La vita è un cerchio che si chiude. Serve anche coraggio per dire basta. Dopo due set con Alcaraz ero morto, ma l’inerzia della partita e la voglia di competere ha fatto si che io continuassi e si creasse questa cornice. Penso sia stata una sconfitta/vittoria, non sono mai riuscito a viverla così intensamente. È stata bella soprattutto la fine. Carlos quando ha salutato il pubblico, il modo in cui sono uscito dal Centrale e il modo in cui sono andato negli spogliatoi. Queste cose valgono più di una sconfitta e farlo in questo campo qua, davanti alla mia famiglia, vale più di qualsiasi partita viva. È difficile dire cosa farò. Voglio godermi l’estate con la famiglia, è quello che più desidero. Vedremo quello che verrà. Sono felice, ho vissuto dei momenti indescrivibili. Il tennis mi ha dato tutto, è bello uscire così“.

Fognini è stato apripista del movimento tennistico italiano. Oggi è diventata quasi un’abitudine vedere un tennista al top delle classifiche o in fondo in un torneo. È il momento di Jannik Sinner, di Flavio Cobolli di Lorenzo Musetti. Ci sono poi Matteo Berrettini, Matteo Arnaldi, Lorenzo Darderi e altri giovani in erba. C’era un momento in cui tutto era sulle spalle di quel tennista di Arma di Taggia, spesso nervoso, irriverente ma puro di cuore.

Celebre la sua vittoria sulla terra, la sua superficie preferita a Monte Carlo nel 2019 o la rimonta, sotto di 2 set a 0 agli US Open contro Rafael Nadal. Di Fognini, oltre qualche sfuriata di troppo ricorderemo la sensibilità nel tocco, il genio e la classe. Unico rimpianto non aver vinto mai nulla con l’Italia in Coppa Davis.

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