
Ho fatto incazzare i CCCP. O meglio, ho portato il punk in quella che il solo gruppo di punk filosovietico italiano, i rinati CCCP, ha dichiarato essere la propria ultima conferenza stampa, ultima conferenza stampa indetta per celebrare la fine effettiva di un progetto rinato nel 2023, tornato live in Italia nel 2024, e destinata, dicono, a finire definitivamente nell’estate 2025, con sette concerti. Sette concerti che prendono le mosse sulle rovine del Circo Massimo e finiscono le mosse sulle rovine del Teatro Antico di Taormina, tutto si può dire tranne che i CCCP non studino a fondo i propri passi. E tutto si può dire tranne che, non fosse stato per me, punk in quello che era in qualche modo il lancio del loro ultimo lavoro, album, cd e dvd del Gran Gala Punkettone andato di scena al Teatro Valli di Reggio Emilia per l’apertura della mostra Felicitazioni!, 50mila presenze in quel di Reggio Emilia nei mesi a seguire appunto al Gran Gala di cui sopra, fine ottobre 2023, di punk oggi si sarebbe solo parlato (del resto che punk avrebbe mai chiamato una propria performance punkettona?).
Perché che i CCCP siano stati e siano a tutt’oggi una grande realtà situazionista nessuno può negarlo, e che in tutto quel che hanno fatto e stanno facendo ci sia sempre stato un sottofondo di provocazione, a partire dalle sette sale che nel chiostro di San Pietro ha ospitato la mostra a loro dedicata, una per ogni loro album, loro che di album ne hanno pubblicati in vita cinque, quattro di studio più la raccolta che metteva insieme i due EP, quindi per onorarli mi è sembrato che essere situazionista fosse il minimo, se non il solo modo plausibile.
Da qui mi sono mosso, dopo che Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella e Danilo Fatur avevano a loro modo celebrato il loro addio, molta epica e misticismo, poco spazio al dibattito, ho infatti provato a far notare alcune cose, a partire dal fatto che il loro ultimo piano quinquennale si fosse, stando a quel che stavano dicendo, fermato al terzo anno, tanti ne sono passati dal 2023 a oggi, e aggiungendo che, visto anche quanto detto in occasione della presentazione della mostra mostro Felicitazioni!, mostra mosto cui avevano detto di non far seguire una reunion, men che meno un tour, e reunion e tour c’è stato, eccome, io li ho visti il luglio scorso in quel di Carroponte, a Sesto San Giovanni, la piccola Leningrado d’Italia, luogo quantomai appropriato per andare a vederli per la prima volta in vita mia, il loro ultimo live nell’ambito di una tournée, in quel di Senigallia, al Gratis, mi era passato tra le mani per amore, l’ho raccontato, io che avevo preferito stare a fianco alla mia fidanzata di allora, in attesa di fare il proprio esame di maturità, oggi mia moglie e madre dei nostri quattro figli, se non era punk rinunciare un concerto della propria band di riferimento per amore ditemi voi cos’è punk, oggi a dirgli che no, mi spiace, ma non credo loro quando dicono che stavolta è un addio vero, per sempre, per poi lanciare il vero gesto punk, definitivo, ma ci arrivo, portate pazienza e ci arrivo. Perché ritrovarsi all’Arci Bellezza, altro luogo appropriato come pochi, un circolo Arci oggi, nel 2025, in una via che si chiama Bellezza, poi, un lunedì mattina uggioso, per incontrare i CCCP al loro ultimo passaggio di fronte alla stampa, dicono, Ultima chiamata il nome del loro ultimo tour, sette date a luglio e poi ognuno per la sua strada, ecco, ritrovarsi all’Arci Bellezza un lunedì mattina uggioso per incontrare i CCCP è di per sé qualcosa di straniante, farlo oggi, per parlare non tanto di live, i live sono la colonna portante del rinascimento discografico tanto vantato da FIMI e compagnia cantante, quanto piuttosto il lancio di un progetto legato a un live, progetto fisico e addirittura vintage, la presenza di un DVD nel terzetto delle proposte qualcosa che suona come neanche suonerebbe il sapere che del pacchetto è parte una audiocassetta, e farlo mentre tutto intorno è canzonette una uguale all’altra, Tutta l’Italia Tutta l’Italia Tutta l’Itali-a, è ancora più straniante, le ideologie, i muri che cadono, i piani quinquiennali, i canti che si fanno preghiera, il mondo che va a pezzi, come in L’essenziale di Mengoni, e che a pezzi ormai è andato. Un celebrare un addio, così dicono, ma non gli credo, ripeto, che è anche un legittimo celebrare se stessi, pur nel dire che sono vecchi e stanchi, che non sono più abbastanza arroganti da scrivere canzoni come Spara Juri, spera, o che a loro di quello che ritiene di essere il pubblico dei CCCP non è mai fregato niente, pur nella felicità di aver trovato un pubblico giovane che non pensavano di avere, un pubblico che, come quello anziano, come me, nulla ha però da pretendere, i CCCP non hanno certo mai piegato il coppino al pubblico, e allora eccomi lì, un microfono i mano dentro la sala grande dell’Arci Bellezza a dire loro che li ringrazio per essere tornati, perché io ai tempi non c’ero (e in realtà c’ero, ma ero altrove) e dopo aver detto loro che non li credo quando dicono che è finita, e che non credo che non hanno scritto niente perché nulla hanno da dire ho chiesto, scusandomi per l’ineleganza di farlo lì, alla loro ultima conferenza stampa, in presenza anche di Annarella e Fatur, se il prossimo passo post-CCCP non sia quindi ridar vita ai C.S.I., lo sguardo di Giovanni Lindo Ferretti e quello di Massimo Zamboni a infiammarsi, giusto un attimo prima che a Giovanni Lindo Ferretti venga in mente proprio di essere lì, e di aver a fianco l’amministratrice dei CCCP, così la descrive lui stesso, Annarella, Annarella che si incazza come una furia, e mi redarguisce di aver profanato un momento a suo modo sacro, dopo che Giovanni Lindo ha detto che le canzoni dei CCCP sono diventate a loro modo preghiere, senza quindi lasciar modo a Giovanni Lindo o Massimo di rispondermi, una risposta che non fossero loro i CCCP, situazionisti che si sono sempre finti punk, e quindi per questo lo sono sempre stati, sarebbe dovuto essere un convinto “Sì, certo che daremo vita di nuovo ai C.S.I,” salvo poi aggiungere, questo Giovanni Lindo Ferretti, “e poi anche ai PGR, sono sì vecchio ma certi passi vanno fatti, infarti permettendo, ha ricordato in altro passaggio della conferenza come prima del tour sia finito in ospedale per un infarto, appunto. Vedere il volto affilato di Annarella farsi ancora più affilato, sono abituato a nasi che si appuntiscono per l’incazzatura, perché quella mia fidanzata di allora, quella per la quale ho rinunciato nel 1988 all’ultimo concerto dei CCCP, oggi mia moglie, è usa fare così, quando si incazza, diventa a punta, come volesse infilzarmi con quel naso esattamente come un pesce spada fa con le sue prede, ecco, vedere il volto affilato di Annarella farsi ancora più affilato, un silenzio pesante calare sulla sala grande dell’Arci Bellezza, prima di un’altra domanda, decisamente più consolatoria e celebrativa, ha fatto sì che io sia entrato a mio modo nella loro storia, il punk che ha rovinato la loro ultima conferenza stampa, tanto poi arriverà quella di lancio dei C.S.I., e poi via via, quella dei PGR, è scritto da qualche parte, e essere punk e situazionisti, in fondo, è faccenda che ho imparato anche da loro, quando i punk erano punk a New York, prima, e Londra, poi, io ero un bambino, pensavo a Modugno che interpretava Scaramouche, non certo ai New York Dolls, Dio salvi David Johansen, o ai Clash.
La conferenza, del resto, era iniziata con me che vengo fatto accomodare in prima fila, una prima volta, di solito i posti delle prime file sono per i Pool Guys, così chiamati da noi addetti ai lavori i trettré dei quotidianisti, Paolo Giordano del Giornale, Andrea Laffranchi del Corriere e Luca Dondoni de La Stampa, oggi presente solo quest’ultimo, spaesato in quinta fila, come mai gli era capitato prima. Una epifania, avere un posto in prima fila, durato il tempo di un saluto con qualche collega, Gianni Sibilla che mi dice che stasera intervisterà Bob Mould, sapendo quanto io amassi invece Grant Hart, si parla degli Hüsker Dü, io a dirgli che non scrivo mai di chi mi piace veramente, per preservare l’amore dal sesso, unica eccezione appunto i CCCP, ecco che arrivano da me a dirmi che niente, in prima fila ci si devono mettere proprio i CCCP, prima di salire sul palco è previsto un trailer di sette minuti del DVD, io retrocesso in seconda fila, come direbbe Giovanni Lindo Ferretti tutte le esperienze sono destinate a finire, il mio stare in prima fila come un Pool Guys è finita ancor prima di iniziare. E niente, questa estate per sette sere sarà possibile vedere per l’ultima volta, almeno per quest’anno, dei CCCP. Capace che mi vediate fare incursione sul palco, perché come Jep Gambardella non mi piace solo partecipare alle feste, mi piace anche avere il potere di farle fallire, chiedete a Annarella per credere.