Sgarbi e Morgan in coro: “La tv è la continuazione del Ministero della Cultura”
Vittorio Sgarbi e Morgan sono stati ospiti di “Facciamo finta che”, il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101, Sgarbi per parlare del suo nuovo libro “Canova e la bella amata” (La Nave di Teseo) e Morgan per “Parole D’aMorgan” (Baldini + Castoldi).
Alla domanda di Carlotta Quadri “Lei ha proposto Morgan, ma sembra che il ministro Sangiuliano freni un po’ gli entusiasmi. Secondo lei qual è il timore?”, Sgarbi ha risposto: “No non è così, Sangiuliano è assolutamente convinto di dare a Morgan una funzione utile soprattutto rispetto ai giovani, ne ho parlato anche con il ministro dell’Università. Il dato di fatto, e lo sa bene il nostro Maurizio, è che Carmelo Bene all’epoca sua è stato quello che oggi è Morgan: ora avere Carmelo Bene nelle istituzioni è cosa buona. Non puoi avere l’estro della creatività, Caravaggio o Bene fuori. Se tu puoi averli con te ti danno frutti positivi, per cui al di là delle eccentricità e della stravaganza di Morgan, la sua qualità è importante, non puoi perderlo. Bene all’epoca divenne direttore della sezione del teatro della Biennale di Venezia e fu buona cosa. Un ruolo di quel genere tocca a Morgan. Io ho capito che Morgan è il Carmelo Bene di oggi, il bene che si può interpretare anche in senso letterale. Il Governo non può avere soltanto figure ammuffite con una visione convenzionale della cultura, deve averne una originale e questa originalità non può essere perduta. Di questo è consapevole il ministro Sangiuliano e io cerco di dirlo in tutti i modi perché è una risorsa da non perdere”.
Ha poi continuato, raggiunto nuovamente nel corso della chiacchierata di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri con Morgan: “Non c’è un ruolo politico per lui, ma c’è qualcosa di più perché occorre che fuori dalla politica una persona di grande intelligenza, di grande creatività, di grande fantasia dia il segnale che la politica è amica senza diventare per forza un responsabile politico come un sottosegretario. Quindi qualunque attività che riguarda anche il Ministero dell’Università per far conoscere ai giovani, attraverso la sua mediazione pedagogica, l’arte e la musica che non si insegnano mai a scuola è la ragione per cui ho insistito”.
Replica così Morgan: “Io sono molto ammirato dalla lucidità del pensiero di Vittorio Sgarbi, è veramente un maestro di amore per la bellezza, per la coerenza. Vittorio per me è un grande amico perché è una persona che sa sempre consolare, ha un punto di vista totalmente attivo nei confronti della vita, è una persona instancabile, è uno che non si arrende mai, che stimola, che stimola chiunque, è un grande stimolo per tutti”.
Prosegue Sgarbi: “Riguardo Morgan Abbiamo già cominciato a prendere rapporti per la sua operatività come insegnante con il Ministero dell’Università, poi ho parlato con un altro sottosegretario, Mazzi, perché potrebbe lavorare come prolungamento del Ministero con la televisione. La televisione è la continuazione del ministero della cultura, non per altro il televisore è fatto come un quadro, ma non vedi mai un quadro dentro, non senti mai la musica. Morgan potrebbe in qualche modo in televisione prolungare l’effetto pedagogico di conoscenza che la cultura deve rappresentare, la televisione deve diventare un braccio della cultura, lui non deve diventare un funzionario deve funzionare per la bellezza”.Morgan: “Vorrei fare una bella trasmissione televisiva divulgando la grande musica italiana che è il nostro grande patrimonio, cantando, suonando, interpretando, ospitando cantautori all’insegna della nostra grande tradizione cantautorale, parlare di Bindi, di Tenco, di Lauzi, delle nostre grandi canzoni e farlo per gli italiani, soprattutto per coloro che non sono vicini alla musica e farglielo capire con un linguaggio molto semplice. Mi piacerebbe fare questo, la divulgazione musicale. Vorrei far sentire le canzoni di Gino Paoli, grandi pezzi come ‘Il cielo in una stanza’ che aveva l’arrangiamento di Ennio Morricone, vorrei invitare un grande maestro come Nicola Piovani che è stato allievo di Morricone e fargli eseguire la partitura originale del ‘Cielo in una stanza’, fare cose di questo tipo perché la nostra musica è grandiosa”.
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