Selassié-Bortuzzo e la denuncia, parla il legale di Lulù: “Cosa disse lui”
Selassié-Bortuzzo: il legale di Lulù parla di un pregiudizio nei confronti della sua assistita già ai tempi del Grande Fratello Vip da parte del padre di Manuel
Selassié-Bortuzzo, la denuncia da parte di Manuel Bortuzzo sarebbe arrivata come un fulmine. Lo dice l’avvocato di Lulù, Niccolò Vecchioni, che ha rilasciato un’intervista a FanPage.
nel corso dell’intervista, l’avvocato ha definito la misura del braccialetto elettronico “eccessiva”. L’avvocato ha parlato di un pregiudizio nei confronti dell’ex gieffina già ai tempi del programma Grande Fratello Vip, quando i due ragazzi si sono conosciuti, da parte della famiglia di Bortuzzo, ricordando come il padre già allora aveva definito la ragazza “una stalker”.
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“Lo disse quando i due erano nella Casa del Grande Fratello, il che secondo me è indicativo di un pregiudizio“ ha sottolineato il legale.
“Ci sono stati dei contatti reciproci tra i due nel corso del periodo in cui Bortuzzo sostiene si sia verificato lo stalking, lui non è mai stato netto nel rifiuto di avere contatti con Lulù. Lo dimostreremo attraverso le prove che forniremo a processo.
Questa situazione si è creata proprio perché c’è stata poca chiarezza nell’esplicitare di voler interrompere la relazione. Aveva dei comportamenti che potevano lasciar intendere che ci fosse ancora un interesse e che sicuramente hanno avuto una rilevanza nell’indurre Lulù a cercarlo. Se ci fosse stato un allontanamento radicale e netto, in questo momento non staremmo discutendo di nulla.
Da parte di Lucrezia non c’è mai stata la volontà di perseguitare nessuno, non ha mai avuto coscienza del fatto che, cercandolo, lui potesse sentirsi perseguitato. Questo pensiero è sempre rimasto estraneo all’approccio di Lucrezia. I rapporti di coppia non sempre hanno un andamento lineare e questi comportamenti ambigui nei suoi confronti hanno fatto sì che lei lo cercasse in alcune occasioni, ma senza alcun intento persecutorio. Nemmeno immaginava che questi suoi tentativi di approccio potessero essere interpretati come molestie o atti persecutori”.
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