Sarà impiccato il medico iraniano che ha lavorato in Italia. Ahmadreza Djalali è accusato di essere una spia di Israele
Ahmadreza Djalali è il medico iraniano, con passaporto iraniano e svedese, condannato a morte e a pagare una multa di 200mila euro, perché considerato una spia per Israele nel 2000. L’avvocato del medico aveva chiesto e ottenuto il rinvio dell’esecuzione della condanna, prevista per lo scorso 21 maggio. Oggi, tuttavia, è arrivata la notizia che la sentenza è stata confermata in appello e sarà portata a compimento “a tempo debito”.
@AnnLinde @alexanderdecroo Act now to #SaveAhmadreza as #Iran says it intends to carry out his execution#FreeDjalali pic.twitter.com/evutPMJJq6
— Michele Mattingly (@mmattingly11) May 24, 2022
Inoltre, secondo quanto riportato da Today.it “la magistratura iraniana ha escluso l’ipotesi secondo cui, per via della sua doppia nazionalità iraniana e svedese, Djalali potrebbe essere scambiato con un detenuto iraniano”: “Non c’è alcun piano per scambiare Nouri con Djalali e quest’ultimo verrà giustiziato a tempo debito”.
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Il medico, 50 anni, “è scienziato, docente e ricercatore in medicina dei disastri e assistenza umanitaria”. Ha lavorato in Svezia e in Italia presso l’università degli studi del Piemonte orientale, a Novara, e in Belgio, a Bruxelles. La condanna a morte arriva dopo quello che è stato definito “un processo-farsa davanti alla sezione 15 della corte rivoluzionaria di Teheran”.
Secondo quanto riferito dai suoi avvocati, il tribunale non ha fornito alcuna prova per giustificare le accuse e il giudice non ha fornito una copia del verdetto.
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