Sanremo 2021, Achille Lauro e il quadro della quinta serata

Il quinto quadro di Achille Lauro a Sanremo 2021

Una rosa nel petto, sangue e le dure critiche che lo hanno travolto fanno da sfondo all’ultimo quadro di Achille Lauro della serata conclusiva di Sanremo 2021. La performance si apre con l’esibizione di danza classica: i riflettori sono puntati su Giacomo Castellana. E’ lui ad introdurre sul palco dell’Ariston “C’est la vie”, brano dell’artista romano, che fa parte del suo disco “1969”.

Dopo aver cantato, Lauro ha mostrato una rosa sul petto che lo ha trafitto e nel contempo riecheggiavano le parole che lo hanno travolto negli ultimi anni. Giudizi violenti di chi ha definito l’artista “pagliaccio”.

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Il monologo di Achille Lauro per il quinto quadro

Poi il monologo: “È giunto il nostro momento. La nostra stessa fine in questa strana fiaba. La più grande storia raccontata mai. Maschere dissimili recitano per il compimento della stessa grande opera. Tragedia e commedia. Essenza ed esistenza. Intesa e incomprensione. Elementi di un’orchestra troppo grande per essere compresa da comuni mortali. È giunto il nostro momento. Colpevoli, innocenti.

Attori, uditori. Santi, peccatori. Tutti insieme sulla stessa strada di stelle. Di fronte alle porte del Paradiso. Tutti con la stessa carne debole. La stessa rosa che ci trafigge il petto. Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita. E così sia. Dio benedica Solo Noi. Esseri Umani”.

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Prima durante la conferenza stampa che lo ha visto presente, Achille Lauro ha spiegato sulle sue esibizioni: “Cerco di portare qualcosa in più. Viaggio nei generi musicali.”. Per poi concludere: “La musica ha influito in modo profondo nella storia dell’umanità”.

 

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