Russia, la testimonianza degli italiani che vivono ancora in Russia. Alcuno se potessero andrebbero via, altri non notano differenze
La guerra della Russia all’Ucraina ha portato una serie di conseguenza, come le sanzioni che l’Europa, Usa e altre Nazioni hanno imposto a Mosca. Inoltre, la maggior parte delle catene di negozi e aziende di lusso hanno chiuso le proprie attività in tutta la Russia, ma qual è la percezione che ha la popolazione del conflitto?
A dircelo sono le testimonianze degli italiani che vivono ancora in Russia. A riportarle è il quotidiano Tgcom24, che riporta le dichiarazioni di un uomo di 52 anni originario di Milano, il quale vive a San Pietroburgo da dieci anni, dove dirige un’agenzia di marketing.
“La vita quotidiana non è praticamente cambiata. Non c’è la percezione che stia succedendo qualcosa. Certo, notiamo che KFC, McDonald’s e Starbucks hanno chiuso. Però al di là di quello, è tutto come prima”, spiega l’uomo. Quello che si nota, invece, è l’aumento dei prezzi e le difficoltà anche con le banche non sanzionate. Dice l’uomo: “i prezzi di alcuni prodotti sono aumentati. Banalmente, le cartucce per la stampante costavano 2mila rubli e ora costano 8mila. Stesso discorso per i farmaci”.
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Sulla possibilità di rientrare in Italia, racconta: “Parlo con la morte nel cuore: mi sono trasferito qui perché volevo vivere a San Pietroburgo e adesso mi sento come se l’amore della mia vita mi avesse tradito e fosse andato a letto con un altro. Mi chiedo: ‘Sono sicuro di voler vivere ancora qui oppure voglio tornare in un Paese in cui non rischio anni di galera per una parola?’. Se potessi andarmene me ne andrei perché non sono contento della situazione, però la mia vita è qui. Sto cercando di capire se tra un po’ ne avrò la possibilità”.
Un’altra testimonianza parla di una realtà distorta: “In Italia, la percezione di ciò che sta accadendo è molto gonfiata. Io guardo un po’ tutto, quello che dicono i media italiani, quello che dicono in Germania e le fonti ufficiali russe. C’è una propaganda pazzesca da parte dell’Europa e dell’America. Ho anche discusso con alcuni parenti. Mi dicono: ‘Torna subito in Italia. Là c’è caos, code nei bancomat, manifestazioni in piazza, non c’è da mangiare’. Non c’è da mangiare? File ai supermercati, scaffali vuoti? Non è vero. Non è cambiato nulla. E nemmeno mi credono quando lo dico. Non so perché i giornali o le televisioni dicano cose che non sono vere”.
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