Riccione, sorelle investite dal treno. Lo sfogo doloroso del padre

Riccione, due sorelle investite dal treno. Il racconto dei testimoni

Riccione, sorelle investite dal treno. Lo sfogo doloroso del padre affidato ad una lettera pubblicata dal quotidiano Repubblica

Vittorio Pisano è il padre di Giulia e Alessia, le due sorelle morte domenica 31 luglio scorso, investite da un treno Frecciarossa alla stazione di Riccione, dopo una serata trascorsa in discoteca. Da allora, la vita di Vittorio Pisano è cambiata e al dolore della perdita si aggiunge quello provocato dalle parole di condanna che sul web gli sono state riservate.

In una lettera al quotidiano Repubblica, Vittorio ha parlato del suo dolore e della vita che va avanti. Infatti l’uomo è tornato al lavoro e ha detto: “È l’unica mia salvezza. Non c’è stato un giorno in cui non le abbia accompagnate e riprese da scuola, almeno questo mi rimarrà per sempre, quello che ho vissuto con loro”.

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Ma quel giorno Vittorio non si era sentito bene e per questo le due ragazze avevano deciso di tornare in treno. Da allora Vittorio non si dà pace: “Vivo la sofferenza, confortato moralmente e spiritualmente dalle tante persone che quotidianamente hanno inondato me e la mia casa di un’umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione. Vivo la sofferenza per l’immane tragedia che ha colpito la mia famiglia, e la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l’ingiusto evento in bene assoluto”.

Nella sua lettera non tralascia di replicare a quanti sul web hanno condannato la scelta di mandarle in discoteca. A “coloro che hanno espresso giudizi severi verso la mia persona – scrive Vittorio –  sono convinto che ognuno di loro possa trarre insegnamento per la vita che verrà. Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l’amore verso il prossimo. Perché le mie bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano”.

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