Recensione: “Ora posso riposare” il giallo psicologico di Valeria Valcavi Ossoinack

“Ora posso riposare” il giallo psicologico di Valeria Valcavi Ossoinack

Patrick Martin è un uomo comune. Questo è il primo elemento che caratterizza il protagonista del nuovo thriller psicologico di Valeria Valcavi Ossoinack. La sua ordinarietà iniziale, tuttavia, ben presto si scontra con un evento drammatico della sua vita, che giorno dopo giorno lo trasformerà in un killer seriale. Cinque le persone da eliminare, un piano semplice e veloce, alle spalle l’investigazione di Brassier e Jaunet, commissario e brigadiere della polizia francese.
Il nuovo romanzo di Valeria Valcavi Ossoinack rappresenta un ottimo compromesso tra narrativa e poliziesco. A differenza di molte opere che pongono al centro l’atto investigativo, l’autrice in questo caso preferisce dare rilievo alle dinamiche psicologiche del protagonista. Attraverso la sua psiche e le sue scelte, il lettore si troverà di fronte a un climax straordinario, in cui le uccisioni appaiono come l’unico mezzo per ottenere giustizia. Se inizialmente i cinque nomi nella lista di Patrick Martin sembrano appartenere a semplici malcapitati, nel corso della narrazione sarà chiaro che non si tratta né di un tiro al bersaglio alla cieca né dell’exploit di un soggetto morboso, quanto piuttosto della resa dei conti di un uomo oppresso dal dolore.
Nulla è come sembra in Ora posso riposare, un romanzo che, già dal titolo, promette una risoluzione esplosiva degli eventi. Per quanto Patrick Martin incarni l’essenza della normalità, sarà proprio il suo personaggio a guidare il lettore in uno scenario dominato dalla morte.
Tuttavia, verso il finale, l’autrice sembra fornire una chiave di lettura rivelatrice: Martin, sebbene mosso dal risentimento, non è animato soltanto da morte e rabbia, ma attraversato in più momenti della sua vita solitaria dall’amore e dalla malinconia. Da qui la figura dell’assassino si sfuma, lasciando spazio a un padre esemplare e a un marito affettuoso.
Il romanzo della Ossoinack si distingue per la sua attenzione all’interiorità, mettendo in secondo piano l’aspetto poliziesco e valorizzando invece i moti più profondi dell’animo umano. Sullo sfondo, una Parigi affascinante e iconica accompagna il lettore attraverso luoghi evocativi: Notre-Dame, Champ de Mars, il ponte Bir-Hakeim, la residenza di Claude Monet, la spiaggia di Fécamp e molti altri ancora.
Una prova di grande efficacia, quella dell’autrice, che confeziona un romanzo ben strutturato, con un lessico fluido e una trama che, intrecciandosi al climax narrativo, tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Un tarlo nelle orecchie: questo è ciò che Valcavi Ossoinack instilla nei suoi lettori, costruendo una storia colma di interrogativi ma, soprattutto, di risposte capaci di fare rima solo con l’amore.
Nel finale, un protagonista che trasforma la sua resa in un punto di svolta. Un “posso riposare” che si riallaccia con forza al titolo dell’opera: una rassegnazione che trova compimento nella morte e, infine, nella pienezza dei sentimenti.

 

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