Philipp Plein, scagionato lo stilista della accuse di omofobia

Le accuse da parte di Amro Alsoleibi

Si è conclusa oggi una vicenda giudiziaria che ha visto protagonista Philipp Plein. Il noto stilista è stato scagionato delle accuse di omofobia mosse dall’ex dipendente Amro Alsoleibi.

Quest’ultimo ha lavorato per Philipp Plein dal 2018 fino al suo licenziamento nel 2019. 

Alsoleibi voleva estrarre fondi dal suo datore di lavoro assegnando una serie di contratti per servizi di reclutamento per conto di Philipp Plein Americas Inc al signor Talal Atassi.

Ovvero un amico e compagno di stanza: peccato non avesse informato o ottenere l’autorizzazione da parte della società.

Il Gruppo Plein nel 2019, scoperto l’accaduto ha deciso di licenziare il dipendente.

Da qui le accuse di Alsoleibi, che ha iniziato a sostenere come il licenziamento fosse legato al suo orientamento sessuale.

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Ed era a suo dire –  una ritorsione per le sue molteplici denunce sulle politiche occupazionali illegali degli imputati e sull’ambiente di lavoro ostile“.

Inoltre, apparentemente in una mossa per mettere sotto pressione il gruppo Plein, Alsoleibi ha usato le sue relazioni decennali con membri chiave della stampa per annunciare e amplificare una falsa narrazione, che accusa il signor Philipp Plein di omofobia.

Nel frattempo, il coinquilino e complice di Alsoleibi, Atassi, ha fatto causa al Gruppo per il pagamento dei servizi di reclutamento resi per un totale di 100.000 dollari.

Il 6 aprile 2022, la Corte Suprema dello Stato di New York ha dichiarato ingiustificata la richiesta di pagamento di Atassi, e non solo che Alsoleibi non aveva l’autorità di assumere il suo amico o chiunque altro per conto del Plein Group, ma che aveva inoltre nascosto tali contratti al suo datore di lavoro.

 

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