L’agenzia Mondiale Antidoping continua a sostenere la colpevolezza del marciatore
Non c’è pace per Alex Schwazer. L’azzurro, per la giustizia italiana, non è più colpevole dopo la sentenza del Tribunale di Bolzano, ma per la giustizia sportiva rimane squalificato fino al 2024.
Il suo caso sta coinvolgendo le massime autorità sportive: l’obiettivo è creare un fronte compatto per cercare di dare ad Alex una “ricompensa” dopo questi anni di lotta e per regalargli il sogno dei Giochi Olimpici.
Nelle ultime ore, la commissione Istruzione, Cultura e Sport della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione annunciata nei giorni scorsi che “impegna il governo ad adottare iniziative, nel rispetto dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, affinché siano individuati strumenti idonei a verificare le condizioni per la partecipazione dell’atleta italiano ai prossimi Giochi Olimpici”.
L’obiettivo è quello di chiedere agli “organi sportivi internazionali di prendere atto della sentenza del Tribunale di Bolzano, dalla quale Schwazer è uscito innocente dall’accusa di doping”.
L’ex oro di Pechino 2008 si prepara infatti a fare ricorso al Tribunale Federale Svizzero per chiedere la sospensione della squalifica.
Ad opporsi però al ritorno alle competizioni dell’azzurro c’è la Wada, ovvero l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ma anche la World Athletics (Federazione mondiale atletica leggera).
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La Wada nelle ultime ore ha detto la sua: “prende atto della decisione della VII Commissione della Camera dei Deputati di approvare una risoluzione relativa al procedimento penale contro il corridore Alex Schwazer. In ogni occasione la WADA ha agito in buona fede e nel pieno rispetto di tutte le procedure e le leggi applicabili, nel tentativo di assistere il Tribunale”.
E poi: “La WADA sostiene tutte le evidenze che ha fornito e che ritiene siano state scientificamente provate oltre ogni ragionevole dubbio davanti al Tribunale” e rimane a disposizione delle autorità italiane per fornire ulteriori dettagli su questo caso”.
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