Bebe Vio: «Mi faccio male sempre e devo anche sopravvivere ai sanpietrini»

Il racconto della bicampionessa paralitica di fioretto

Bebe Vio, sorriso e risata contagiosa che nascondono dietro una storia di sofferenza. Sofferenza spazzata via dallo sport che tanto le ha dato.

A Tokyo, l’azzurra si è riconfermata vincendo ancora la medaglia d’oro individuale nel fioretto e quella ‘argento nella prova a squadre.

A “Corriere della Sera”, ha però raccontato le sue difficoltà di tutti i giorni.

Mi faccio male in qualsiasi modo, camminando per strada, salendo le scale, scendendo due gradini… Mi faccio male se piove e scivolo, mi faccio male se inciampo in una pietra, mi faccio male se mi distraggo un attimo e mi si storce un ginocchio… Non bastasse, a Trastevere dove faccio l’università americana, è pieno di sampietrini… Per una senza le gambe è la cosa più difficile del mondo, sopravvivere sopra ai sampietrini.

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Si definisce poi testarda e caparbia, pronta a tutti gli ostacoli, come l’ultima piccola grande impresa, ovvero essere salita sulla vetta del vulcano di Stromboli.

Piedi tecnologici. Materiali speciali. Rovinati. Un disastro. Lo vedi il carbonio che ha bucato la plastica dura e esce fuori? È stata davvero dura, andar su fra le rocce. Ho preferito non mettere le scarpe e farmi la salita scalza. Ero consapevole che mi sarei ferita, sapevo che facendo quello sforzo sarei arrivata su con i monconi completamente rotti però salire era talmente bello!.

Non manca anche un commento su quanto l’è successo: a causa della meningite le sono state amputate gambe e avambracci.

A consigliare ai suoi di non vaccinarla un medico: “Sono viva solo perché un infermiere, in ospedale, riconobbe il male che aveva colpito due anni prima un bambino di Mestre, Pedro. Sennò…”.

E sul vaccino anti Covid: “Ho dodici tamponi fissi in macchina e ogni volta che ne finisco uno ne compro subito un altro. Neanche il tempo di salutare qualcuno e gli infilo subito un tampone in bocca. Nonostante il vaccino. Se becchiamo il Covid sappiamo di poter fare del male ad altri. Non si scherza su queste cose”.

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