Omicidio Laura Ziliani, i tre indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il gip si riserva la possibilità di interrogarli nuovamente
Come ci si aspettava, Silvia e Paola Zani e Mirto Milani, accusati dell’omicidio della vigilessa di Temù si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, i tre accusati non hanno risposto ad alcuna domanda del gip, il quale si riserva la possibilità di interrogarli nuovamente tra qualche giorno.
Gli inquirenti, scrive Tgcom24, ritengono “che Laura Ziliani abbia trovato la morte all’interno delle pareti domestiche per mano dei tre soggetti ivi presenti la sera dei fatti e che gli accadimenti successivi altro non siano che un tentativo di depistaggio posto in essere dagli autori del reato”. Sembra ormai certo che la vittima “non è morta nel luogo dove il suo cadavere è stato rinvenuto ma il suo corpo è rimasto in un luogo riparato che ne ha rallentato il deterioramento”.
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Anche il movente sembra essere chiaro, essendoci “precisi interessi di natura economica in capo ai protagonisti della vicenda”. Inoltre, le due figlie della vittima insieme a Mirto Milani, “avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare”.
Gli inquirenti, nonostante il silenzio dei presunti assassini, continuano ad indagare per far luce su quanto accaduto, certi che il delitto è il “frutto di una lunga premeditazione” con il tentativo “celare per lungo tempo la morte della donna”.
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