NBA, il caso Kyrie Irving: sospeso da New York, cosa è successo

Il caso sta scuotendo il mondo NBA

C’è un vero e proprio caso in NBA che porta il nome di Kyrie Irving, point Guard di 29 anni dei New York Nets.

Il giocatore ha deciso di non sottoposti al vaccino, motivo per cui è stato escluso dal roster. L‘NBA, ovvero la lega di Basket americana, a onor del vero non ha imposto l’obbligatorietà del vaccino.

Molte città però prevedono che senza le due dosi non si possa entrare in alcuni posti, tra cui anche le arene sportive.

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Il giocatore, pedina fondamentale di una squadra che tenterà la rincorsa al titolo non ne ha voluto sapere.

Di certo quindi non sarebbe stato disponibile per le gare casalinghe e per molti altri match. La società così ha spiegato di averlo momentaneamente sospeso non potendo far affidamento su un giocatore part time.

Nelle ultime ore, dopo settimane di rumors e speculazioni Irving ha rotto il silenzio. Su Instagram, con una live ha dato la sua versione dei fatti.

Devo usare la mia voce per dire la mia verità. Nessuno può dirottare la mia voce. Non credete che voglia smettere per un obbligo vaccinale. Non credete a quello che si dice di me se non viene da me. Nel mondo reale vedo gente che perde il lavoro per colpa di questi obblighi, che deve fare scelte difficili che rispetto. Cosa fareste voi se non vi sentiste a vostro agio a giocare, perché vi era stato promesso che avreste avuto esenzioni, che nessuno vi avrebbe obbligato a farvi vaccinare? Le mie idee non erano un problema quando è cominciata la stagione. Non è qualcosa per cui mi sono preparato. Ho cominciato la stagione pensando che avrei potuto giocare a basket, che avrei potuto usare il mio talento per continuare ad influenzare le persone nel modo giusto. La gente parla di me con convinzione assoluta, certa di quello che dovrei fare, di come i miei compagni dovrebbero sentirsi a mio riguardo, di quello che dovrebbe fare la mia squadra. Io invece voglio continuare a rimanere in forma, ad essere pronto a giocare, a fare parte di questo mondo. La realtà però è che per giocare a New York, per far parte della mia squadra, devo essere vaccinato. Io ho scelto di non esserlo, e chiedo che tutti rispettino la mia scelta.

E poi: “Nonostante tutto, ho deciso di rimanere fedele a quello in cui credo. È tutto qui, in realtà. Non si tratta di essere no vax o di credere in qualcosa o in qualcos’altro. Si tratta di essere coerente, continuare a credere di fare la cosa migliore per me stesso. Se devo essere demonizzato perché ho più domande degli altri, o se ci metto più tempo di altri a prendere una decisione, allora lo accetto. E accetto le conseguenze delle decisioni che prendo nella mia vita”.

Irving ha detto a chiare lettere di non voler smettere con il basket ma di non volersi vaccinare. Due questioni che cozzano tra di loro e che gli creeranno parecchi problemi come il mancato rinnovo da parte di Brooklyn.

 

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