Napoli, come è morto il 18enne Arcangelo Correra. Fermato il cugino

Non un agguato ma un incidente per un “gioco” con la pistola che ha sparato un colpo fatale per Arcangelo Correra, morto in ospedale a Napoli 

Era scappato facendo pensare ad un agguato contro il 18enne Arcangelo Correra. Si è costituito il cugino di Arcangelo, Renato Caiafa, che nella notte tra venerdì e sabato mentre era in Piazza Sedil Capuano, insieme ad alcuni amici, stava maneggiando un’arma da fuoco dalla quale è partito il colpo con cui l’indagato ha ferito mortalmente la vittima alla testa. Il 18enne, immediatamente trasportato presso l’Ospedale dei Pellegrini di Napoli, è morto poco dopo a causa della gravità delle ferite riportate.

Da qui, a seguito delle indagini, è stata sequestrata l’arma: una pistola Beretta calibro 9×21. Mentre sono ancora in corso ulteriori indagini per degli approfondimenti circa la dinamica dell’omicidio.

L’incidente è avvenuto alle 5 del mattino di sabato 9 novembre 2024.  i ragazzi stavano armeggiando con la pistola, e avrebbero «scarrellato» facendo partire il colpo che ha centrato alla testa Correra.

Intanto si parla di prevenzione e repressione da parte del questore di Napoli. «Tutto è migliorabile e lavoreremo con la prefettura su come rendere più efficaci prevenzione e repressione anche se su questo punto vorrei non sfuggisse la capacità di risposta delle forze dell’ordine: gran parte dei delitti compiuti sono stati risolti rapidamente, segno che la conoscenza del territorio è profonda da parte degli investigatori. Ma da soli non possiamo farcela, occorre una azione multidisciplinare». Lo ha detto il questore di Napoli Maurizio Agricola in un’intervista ‘La Repubblica’ dopo l’omicidio di Arcangelo Correra.

«Noi non ci tiriamo indietro, ma senza un’azione sinergica che veda in campo anche scuola, famiglia e istituzioni tutte, non ce la si fa – ha aggiunto – C’è un problema sociale e dobbiamo affrontarlo insieme. Occorre seminare la cultura della legalità tra i bambini, lavorare nel sociale e affermare anche il valore dello sport che è un volano di inclusione. Io penso che dove c’è il bello, questo diventa sempre più attrattivo del male». «Purtroppo – ha sottolineato il questore di Napoli – è facile trovare armi anche nel dark web, come ha spiegato di recente il procuratore, Nicola Gratteri».

Leggi anche–> Angelo Correra ucciso a Napoli. L’ipotesi gioco finito male: «Conosceva il killer»

«Se si gira armati, se si spara per un nonnulla, è evidente che è radicata una mentalità camorristica e una metodologia di azione criminale camorristica», ha poi spiegato. E’ un fatto che «mi preoccupa, come l’abbassamento dell’età di chi compie atti criminali», ha aggiunto. «Capisco che la percezione di insicurezza, davanti a tutto questo, non possa che aumentare e che si crei allarme, ma noi ci siamo. Il territorio è presidiato – ha concluso – Ci dividiamo la città e la provincia con i carabinieri in un piano coordinato e integrato. C’è massima interazione tra le forze dell’ordine. Ma se certe dinamiche si moltiplicano diventa concretamente molto difficile intercettarle tutte. D’altronde non possiamo mettere un agente ogni metro quadro di città, non è possibile».

Instagram Feed

error: Il contenuto è protetto