Morte di Laila: resi noti i primi esiti dell’autopsia sul corpo dell’operaia
Morte di Laila: resi noti i primi esiti dell’autopsia sul corpo dell’operaia, ma gli inquirenti indagano su responsabilità e dinamica
Sono stati resi noti i primi risultati dell’autopsia fatta sul corpo di Laila El Harim, l’operaia di 40 anni deceduta lo scorso martedì nell’azienda dove lavorava in provincia di Modena. Secondo quanto riportato da TGCom24, la donna sarebbe morta sul colpo per lo schiacciamento ad opera del macchinario con il quale stava lavorando, una fustellatrice, ovvero un macchinario che serve a ritagliare il cartone.
In particolare, la morte sarebbe sopraggiunta per le fratture del cranio e alle vertebre. Sono diversi, tuttavia, in punti da chiarire sull’accaduto, per il quale sono indagate due persone per omicidio colposo: il legale rappresentante dell’azienda e il nipote, responsabile della sicurezza.
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La procura di Modena ha anche disposto il sequestro e la perizia tecnica sul macchinario. L’analisi della scatola nera potrebbe chiarire una serie di punti chiave. Innanzitutto, bisogna capire perché il sistema di sicurezza si attivasse solo manualmente e non automaticamente, se il macchinario era provvisto di sistema di protezione ed eventualmente perché erano rimossi o modificati.
Inoltre, si indagherà sul contenuto del cellulare di Laila, che periodicamente segnalava il mal funzionamento della fustellatrice, ma anche sul fatto se la donna avesse ricevuto l’adeguata formazione per lavorare su quel macchinario e le effettive condizioni di lavoro.
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