Morte di Andrea Purgatori: emergono nuovi retroscena

Sul quotidiano si legge: “Va inoltre considerato che la radioterapia potrebbe avere fatto scomparire le lesioni cerebrali e che all’autopsia è stato analizzato solo il 30 per cento del cervello. Individuando le ischemie, inoltre, non sarebbe in automatico stato possibile diagnosticare l’endocardite. La storia è inevitabilmente complessa come le tante inchieste che Purgatori ha condotto magistralmente nella sua carriera.

La procura sta indagando per omicidio colposo il professor Gianfranco Gualdi, radiologo, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo (dello staff del professor Gualdi), e il cardiologo Guido Ladini. Il professor Gualdi è un luminare di altissimo livello: già primario della Radiologia di Emergenza del Policlinico Umberto I, docente di Radiologia in numerose Scuole di Specializzazione della I e II Facoltà dell’Università La Sapienza e del Campus Biomedico di Roma è considerato un punto di riferimento nella sua specializzazione.

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La perizia dei quattro esperti nominati dalla procura parla di «catastrofica sequela di errori» per la morte di Purgatori (19 luglio 2023), ma questa conclusione, secondo la difesa, appare non sostenuta dai fatti”.

Poi: “Dopo che a Purgatori venne diagnosticato il tumore al polmone, il chirurgo toracico chiese al professor Gualdi di occuparsi del paziente per verificare se era operabile. Venne fatta prima una pet (una tomografia) e vennero individuate metastasi sulla testa dell’omero, sul pericardio, sulla pleura, sul surrene.

A quel punto il professor Gualdi decise di procedere anche con la risonanza cerebrale: vennero trovate varie nodularità leptomeningee.

Di fronte a quei riscontri al cervello si pensa a delle metastasi che porterebbero a una sopravvivenza di poche settimane. Dunque, bisogna intervenire subito con la radioterapia. Secondo l’accusa si tratta di una terapia inutile e nociva, ma l’autopsia sostiene invece che non ha dato alcun effetto negativo”.