Menti & Commenti, “Pane e Tulipani”: quando l’imprevisto diventa la svolta immaginifica di una vita

Analisi e commento del film “Pane e Tulipani” del 2000: una pellicola indelebile nell”’archivio” del cuore 

 

La distrazione a volte può rivelarsi fatale. Rosalba, la protagonista del film, si trova in gita a Paestum con la famiglia, in una di quelle vacanze premio organizzate dai venditori di pentole a scopo promozionale. Durante una sosta, a causa di un contrattempo nel bagno – le cade l’orecchino dentro il water – viene lasciata in autogrill. Nessuno si accorge della sua assenza se non quando il pullman è già ripartito.

Fonte immagine: mix di screenshot da https://www.raiplay.it/video/2020/10/Pane-e-tulipani-359b14da-9b22-42fc-90d8-460ca26231b2.html

Rintracciata telefonicamente dal marito, avrebbe dovuto attendere che tornassero all’area di servizio per riprenderla ma decide di accettare un passaggio in auto, direzione Pescara dove vive. Lungo il tragitto però, alla guida della macchina di un tizio che le ha offerto passaggio, cambia idea e salta lo svincolo che l’avrebbe riportata a casa per realizzare il sogno di visitare Venezia.

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Pane e tulipani più che un film è una deliziosa favola rosa del 2000 diretta da Silvio Soldini, pluripremiata con nove David di Donatello – miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura, migliore fotografia, miglior sonoro e per le quattro categorie di recitazione (attori e attrici protagonisti e non) – cinque Nastri d’argento, dieci Ciak d’oro e tre Premi Flaiano.

Rosalba è una sorta di Cenerentola contemporanea che al posto della matrigna e delle sorellastre viene “schiavizzata” dal marito infedele – un rozzo venditore di piastrelle e sanitari – e da due figli adolescenti che la tengono in scarsissima considerazione. Lei ha una composta intolleranza nei confronti della sua condizione e vuole prendersi un periodo di riflessione. A Venezia trova un posto dove dormire – la Pensione Mirandolina che sta per chiudere i battenti e che l’accoglie come ultima ospite – ma come accade in tutte le fiabe che si rispettano, rimasta senza una lira, trova un “principe” disposto a sfamarla ed ospitarla. Fernando, un cameriere di origini islandesi del ristorante Marco Polo (in realtà il ristorante Ale do’ Marie, in Calle dell’Olio), è un vero gentiluomo, colto, delicato e rispettoso, anche piuttosto depresso. L’irruzione della donna nella sua vita è come un arcobaleno che squarcia il cielo plumbeo e gonfio di pioggia.

Dopo un paio di giorni Rosalba vorrebbe fare ritorno a casa, almeno così pare. Però perde il treno e poco dopo trova un lavoro in un piccolo chiosco di fiori gestito da Fermo, un anziano e scontroso anarchico che viene conquistato dai suoi modi cortesi e dalla sincera genuinità.

Il cambiamento radicale appare nel film come la naturale conseguenza di un destino governato da una giustizia rara e che si manifesta attraverso delle situazioni tanto favorevoli quanto improbabili. Rosalba incontra una realtà distante dalla sua, di vetro soffiato e colorato, che le calza a pennello. Risolve la sua tristezza velata e cancella quella altrui, in un istante, con la semplicità di chi altro non fa che rispondere a sé stessa in modo tenero e disarmante.

L’assenza della donna da casa diventa presto disgregazione familiare, comfort zone esplosa per suo marito Mimmo e i figli, sommersi dal disordine e totalmente disorganizzati: decidono di cercarla assumendo un investigatore. Per risparmiare Mimmo non si rivolge a un professionista del settore bensì a Costantino, un idraulico, appassionato di romanzi gialli, costretto ad andare subito in trasferta a Venezia, per tentare di rintracciare Rosalba che nel frattempo si è perfettamente ritagliata una nuova vita densa di piccole, delicate ma importanti attenzioni quotidiane.

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La donna costretta a dare a Fernando delle spiegazioni su dei volantini sparsi per tutta la città che la danno per “ricercata”, contatta l’idraulico travestito da detective, ma quando capisce che l’intento dell’uomo è quello di cancellare la sua nuova esistenza e convincerla ad un ritorno alla vita precedente, se la dà a gambe. Costantino riesce a seguirla fino a casa ma s’imbatte in Grazia – la massaggiatrice olistica e vicina di casa di Fernando – di cui s’innamora all’istante al punto da rinunciare immediatamente all’incarico d’investigatore.

Rosalba viene comunque raggiunta dall’amica Ketty, con la quale il marito Mimmo ha una relazione extraconiugale, che la persuade a tornare a casa, facendole credere che il figlio ha problemi di droga.

 

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Rosalba lascia così il suo sogno per ritornare alla squallida quotidianità di sempre. Scopre di essere stata raggirata, che il figlio minore non si droga, che è stato solo un escamotage che il marito, in combutta con l’amante – che peraltro abborrisce ogni forma di accudimento nei confronti di Mimmo e dei figli – hanno escogitato per far leva sul senso di colpa materno, perché tornasse a casa e continuasse ad assistere tutti.

A quel punto capisce pure che non può tollerare a lungo quella vita compromessa dalla raggiunta consapevolezza, che quella di famiglia serena non è che un’immagine falsa, che non può rimanere al fianco di quel marito e padre per niente affettuoso, superficiale ed egoista, prepotente nella quotidianità, incapace di badare a sé stesso, abilissimo a soddisfare i propri bisogni a spese degli altri.

Rosalba sa bene che rimanere lì equivale a rinunciare ad essere felice rinnegando il coraggio di dissetarsi di quell’amore regalatole dal destino, denso d’intimità, empatia, condivisione, accontentandosi di un legame apparente, opportunista, che non aveva avuto il tempo né la cognizione di mettere in discussione, sebbene i segni della sua inconsistenza fossero evidenti da sempre.

Quando un giorno si ritrova davanti Fernando che nel frattempo decide di andare a Pescara per ricondurla con sé, dichiarandole sotto gli occhi del figlio il proprio sentimento, lei non ha nessuna remora, torna definitivamente a Venezia dove coltiverà insieme ai fiori, il suo nuovo e poetico amore.

Note tecniche

Regia: Silvio Soldini

Soggetto e sceneggiatura: Doriana Leondeff e Silvio Soldini

Fotografia: Luca Bigazzi

Montaggio: Carlotta Cristiani

Musiche: Giovanni Venosta

Suono: Maurizio Argentieri

Scenografia: Paola Bizzarri

Costumi: Silvia Nebiolo

Trucco: Esmé Sciaroni

Lingua originale: Italiano

Paese di produzione: Italia, Svizzera

Anno: 2000

Durata: 114 min

Genere: Commedia

Produttore: Daniele Maggioni

Casa di produzione: Monogatari S.r.l., Istituto Luce S.p.A., RAI Radiotelevisione Italiana

Distribuzione in italiano                : Istituto Luce S.p.A.

Interpreti e personaggi principali

Licia Maglietta: Rosalba Barletta

Bruno Ganz: Fernando Girasole

Giuseppe Battiston: Costantino Maria Caponangeli/”Vittorio Alfieri”

Antonio Catania: Mimmo Barletta

Marina Massironi: Grazia Reginella massaggiatrice olistica

Vitalba Andrea: zia Ketty, amante di Mimmo

Daniela Piperno: automobilista che dà un passaggio a Rosalba

Tatiana Lepore: Adele, madre di Eliseo

Lina Bernardi: Nancy

Tiziano Cucchiarelli: Nicola (“Nic”) Barletta

Matteo Febo: Salvo Barletta

Mauro Marino: Lello

Felice Andreasi: Fermo

Antonia Miccoli: Sami

Ludovico Paladin: Eliseo Girasole, nipote di Fernando

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