Medico milanese ritarda la diagnosi di SLA e viene condannato a risarcire il paziente con un maxi risarcimento
Il Tribunale civile di Milano ha condannato un medico di base a risarcire una paziente per il ritardo della diagnosi. Secondo il tribunale. il medico avrebbe ritardato la scoperta della Sclerosi multipla in una paziente di 35 anni. Se la diagnosi fosse arrivata tempestivamente, si sarebbero potuti ritardare di 20 anni i peggioramenti della malattia, causandole una invalidità dell’80%. Il risarcimento stabilito è di 830mila euro.
La donna, attraverso l’avvocato, ha dichiarato: “La mia speranza è che casi come il mio possano non far perire mai la scintilla del dubbio in qualunque persona si fregi del titolo di dottore. Il dubbio è umano, e se nell’esercitare la nostra professione, qualunque essa sia, cominciamo a trascurarlo, beh quella non può più dirsi una professione di cura”.
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La vicenda della donna è iniziata nel 2012, quando aveva 25 anni. Lamentando la mancanza di sensibilità al lato sinistro, si recò dal medico, che non ritenne opportuno approfondire con accertamenti specifici. Il ritardo della diagnosi ha portato la donna alla carrozzina e alle necessità di assistenza continua obbligata.
Il giudice, tra le motivazioni della condanna, ha riscontrato una “anticipata perdita delle condizioni psicofisiche di cui la paziente avrebbe potuto godere per un certo intervallo temporale con l’effetto di rallentare i tempi di progressivo naturale avanzare della patologia”.
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