Maurizio Costanzo sull’arresto di Matteo Messina Denaro: “L’ha coperto mezza Sicilia”
Maurizio Costanzo, sotto scorta da trent’anni, ha commentato l’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro
Dopo la notizia dell’arresto del boss mafioso, latitante da trent’anni, Matteo Messina Denaro, il giornalista Maurizio Costanzo ha commentato: “L’ho appreso dal telegiornale e sono saltato dalla poltrona, pensavo non sarebbe mai potuto accadere” ha detto Maurizio Costanzo a Fanpage.
Il boss ieri, lunedì 16 gennaio 2023, era presso la clinica La Maddalena per sottoporsi a delle cure oncologiche quando gli uomini indivisa lo hanno catturato. Un giorno che è entrato già nella memoria della storia, perché con il suo arresto si chiude una pagina importante di lotta alla mafia e probabilmente potrà dare delle risposte ai tanti depistaggi e omicidi efferati avvenuti in questi anni.
Costanzo è sotto scorta da quando è sopravvissuto ad un attentato mentre si trovava in macchina con la moglie Maria De Filippi. Ha gioito come tutti ieri alla notizia dell’arresto del boss mafioso e ha commentato così la notizia: “È la dimostrazione che il lavoro costante delle forze dell’ordine può portare ad arrestare un ricercato numero uno come lui”.
Poi la sua idea su come il boss sia riuscito a nascondersi in tutti questi anni: “Penso che l’abbia coperto mezza Sicilia, adesso il divertimento degli inquirenti sarà di andare a scovare tutti quelli che lo hanno protetto in questi anni”.
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Poi il racconto che lo riguarda direttamente: “I magistrati mi dissero che lui mi raggiunse ai Parioli per un sopralluogo, per capire se e come sarebbe stato possibile fare l’attentato fuori il teatro. Il Parioli era un luogo pubblico, non potevo controllare spettatore per spettatore. Avevo scelto di fare un lavoro pubblico e quindi in quel caso ne pagavo le conseguenze”.
Maurizio Costanzo infine ha ribadito di non essersi mai pentito di essere andato contro la mafia, anche se questo lo ha privato della libertà in modo notevole: “Per andare in Sicilia per una testimonianza hanno bonificato tutti i ponti dove sono passato. Situazione pesante da vivere”. E poi: “Penso che un giornalista debba fare quello che ho fatto io. Che fa? Fa l’omertoso? No, rischia e si batte per ciò in cui si crede. A un giornalista di oggi direi di farlo come l’ho fatto io, l’importante è che ne capisca l’importanza. Soccombere alla mafia non è possibile. Se facciamo questo mestiere usiamo i sistemi che abbiamo per denunciare. Facendo questo, di puntata in puntata, arrivai a intervistare Giovanni Falcone, ed è lì che iniziò la mia messa sotto accusa. È lì che diventai un loro bersaglio”.
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