Mattarella e i tre passaggi nel suo discorso sul Covid. Un segnale per il Governo?
Mattarella e i tre passaggi nel suo discorso sul Covid. Un segnale per il Governo e alle scelte prese dal neo ministro alla Salute?
Intervenuto alla cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, il Presidente Sergio Mattarella ha tenuto un discorso in cui ha parlato del difficile periodo pandemico che il nostro Paese ha dovuto attraversare. Pur riconoscendo che il peggio è passato, Mattarella sostiene la necessità di dover tenere ancora alta l’attenzione.
Nel suo discorso, Mattarella ha parlato di tre aspetti particolari legati alla pandemia, che sembrano dei messaggi indirizzati alle scelte messe in campo dal neo ministro alla Salute Schillaci e alla scarsa attenzione che Giorgia Meloni ha avuto nel suo discorso programmatico nei confronti della Sanità pubblica.
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Il primo passaggio riguarda il “liberi tutti”, che per il Capo dello Stato va gestito con attenzione: “perché non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid 19. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione. La sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse”.
Nel secondo passaggio, Mattarella parla dell’importanza dei vaccini e della ricerca. La campagna vaccinale, dice Mattarella “È stata decisiva per fare arretrare il Covid”. I vaccini, continua il Capo dello Stato, “Sono stato scoperti a tempo di record, senza i quali oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più” e grazie alle immunizzazioni “nella gran parte dei casi possiamo affrontare il Covid come se si trattasse di un’influenza poco insidiosa”.
Il terzo punto fondamentale parla della difesa della Sanità pubblica. Dice Mattarella: “La pandemia ci ha fatto capire quanto è importante, quanto è prezioso il suo carattere universalista, la vocazione a proteggere tutti i cittadini senza esclusioni”. Il Servizio sanitario nazionale va potenziato, “perché abbiamo toccato con mano anche i limiti delle nostre strutture”.
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