Lo sfogo di Iannone: “Mi manca la moto, ma non posso pensare solo a quello o impazzisco”

Il pilota si è racontato in un’intervista ad AS

La nuova vita Andrea Iannone non se l’è scelta. Il pilota ha dovuto dire addio ai motori forzatamente a causa della squalifica per doping.

L’abruzzese è tornato a palare di MotoGp e di motori in una intervista rilasciata al giornale spagnolo As: “È come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide pian piano”.

Il pilota di Vasto, che ha corso e gareggiato con Aprilia, fu trovato positivo al doping il 3 novembre 2019. Si trattava di contaminazione alimentale ma comunque è stato condannato a quattro anni.

Le moto fanno ancora parte della sua vita: “La moto mi manca ogni giorno, non mi lasciano più fare quello che sapevo fare meglio. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota. Ma senza correre. Mi manca ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché altrimenti mi uccido o impazzisco completamente”.

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E poi ribadisce ancora la sua estraneità dia fatti: “Per la Federazione sono innocente, lo ha dichiarato senza esitazione. E la mia innocenza è stata dimostrata, tra l’altro, dal test del capello. Quindi non merito questa sanzione. Spero che la mia storia sia d’esempio e che serva a cambiare le regole nel futuro: bisogna evitare che si ripetano cose del genere”.

E sul futuro non si sbilancia.

Vivo alla giornata, non so che cosa succederà in un anno e mezzo. Possono capitare tante cose. Riesco ad apprezzare da dove sono partito, che cosa ho fatto e dove sono arrivato. Sapere di essere innocente mi aiuta a sua volta ad essere contento.

 

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