L’inchiesta su Maria Rosaria Boccia: 33 episodi di stalking contro l’ex ministro Sangiuliano

Il caso va avanti

Va avanti da circa un anno la vicenda tra le sedicente imprenditrice Maria Rosaria Boccia, accusata di stalking nei confronti dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Da quanto emerge, secondo a Procura di Napoli la Boccia per oltre 30 volta avrebbe messo in scena comportamenti vessatori nei confronti dell’uomo con cui aveva una relazione ma anche, del suo capo di gabinetto Francesco Gilioli e della moglie di Sangiuliano, Federica Corsini.

Tra gli episodi più gravi, spicca l’umiliazione di obbligare l’ex ministro a espletare i propri bisogni con la porta del bagno aperta, come riferito dai pubblici ministeri. In un’altra occasione, durante una trasferta a Sanremo, Boccia avrebbe imposto una sorveglianza costante, persino durante i momenti più intimi. Gli inquirenti parlano di un controllo quasi totale, fino al punto di accedere da remoto al cellulare del ministro o di visionare, tramite videochiamata, la casa coniugale.

La Boccia avrebbe chiesto di essere messa al corrente dei colloqui istituzionali e influenzando decisioni interne. Si segnala inoltre la sparizione della “chiave d’oro” della città di Pompei, un omaggio da oltre 14 mila euro destinato al ministro. Oltre a ciò, la donna avrebbe registrato una conversazione tra Sangiuliano e la moglie in merito a una relazione extraconiugale, con l’obiettivo – secondo l’accusa – di ottenere informazioni personali.

Tra i capi di imputazione figura anche il falso ideologico: Boccia avrebbe mentito sul proprio curriculum al capo di gabinetto del ministero. Le pressioni psicologiche sarebbero state continue.

La Procura si prepara ora a chiedere il rinvio a giudizio per l’imprenditrice, accusata di stalking, falso ideologico e interferenze illecite nella vita privata. Un caso che getta ombre pesanti su dinamiche personali e istituzionali di un ex vertice del ministero della Cultura.