L’ex presidente della Camera ha combattuto con in tumore
Un anno fa, Laura Boldrini, attraverso i canali social aveva racontato la sua lotta al tumore. Un tumore scoperto per caso durante il lockdown.
La deputata ne ha parlato in una intervista a “Corriere della Sera”, dove si è soffermata anche sul potere della condivisione.
“Condividere la condizione con chi l’ha vissuta, anche per incoraggiare altri a non stare in silenzio: il silenzio isola, il silenzio deprime. Trasformare la battaglia contro la malattia in una battaglia di civiltà“.
E poi: “Tutto è cominciato con il lockdown. Anche io cantavo l’inno sui balconi, uscivo a parlare con i vicini. Così ho conosciuto Laura Licci, osteopata. La prima persona della catena di coloro che mi hanno salvato la vita“.
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La vicina l’ha così convinta a fare una risonanza da cui è uscito l’amaro verdetto.
“Una lesione tumorale al femore: un condrosarcoma. Devo fare la Tac, la Pet, la Total body…”.
Una storia già vista dato che sia la mamma che la sorella sono morte proprio per il tumore.
La Boldrini poi aggiunge: “Ho sempre pensato che questo non mi riguardasse. E non riuscivo a prendere atto della realtà. Forse è un errore, pensavo, non sono i miei esami; o forse l’errore lo sta facendo il medico. Invece tutte le analisi hanno confermato che era davvero un tumore“.
E confessa anche di essere stata travolta dalla paura: “Ho cominciato a cercare informazioni online; e a pensare a quel che poteva succedermi. Restare zoppa. Perdere la gamba. Rimanere inchiodata in un letto. Un paradosso, dopo una vita sempre improntata al movimento, le missioni in zone di guerra… Ora avevo mille ipotesi davanti a me. E mi facevano tutte orrore”.
Laura Boldini ha trascorso 35 giorni in ospedale. Oggi è tornata alla vita di sempre ma con qualche difficoltà in più.
“Ho una cicatrice di 35 centimetri che da metà coscia prosegue fino all’anca, poi piega verso destra… Camminare non è più un piacere come prima, ma con un rialzo sotto l’altra gamba, la sinistra, riesco a farlo. Quando sono tornata a Montecitorio mi hanno applaudita anche gli avversari: mi ha fatto piacere. Voglio battermi per i malati, per chi vive uno stigma che perdura dopo la guarigione, e non riesce ad accedere al credito, a fare un mutuo, a chiedere una polizza sulla vita, ad adottare un bambino. Al Senato c’è una proposta di legge della mia omonima Paola Boldrini sul diritto all’oblio: dopo dieci anni, quando non sei più a rischio, la tua malattia non deve più essere menzionata”.
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