L’assassinio irrisolto di Lolita: chi ha ucciso Graziella Franchini?

L'assassinio irrisolto di Lolita chi ha ucciso Graziella Franchini

L’assassinio irrisolto di Lolita: chi ha ucciso Graziella Franchini? Dal 1986 la sua morte è restato un delitto impunito

Graziella Franchini, in arte Lolita, era una giovane promessa della musica italiana negli anni ’70. La sua voce potente e il suo aspetto infantile, con grandi occhi azzurri, la resero una figura iconica e destinata a divenire una star della musica italiana. Grazie al suo talento indiscusso vinse il ‘Festival della canzone di Pesaro’ e il ‘Festival di Zurigo’. Successivamente arriva in Tv, apparendo in ‘Carosello’ al fianco di Renato Rascel e poi a ‘Un disco per l’estate’.

Quella che però sembrò essere una carriera destinata ad essere brillante, subì un brusco arresto quando la sua canzone fu esclusa dal Festival di Sanremo, portandola ai palchi delle feste di paese fino all’oblio. Nonostante ciò, Graziella trovò la serenità affettiva, sposando il ginecologo Michele Roperto, 41enne di Lamezia Terme.

Tutto sembrava procedere bene, ma la vita di Graziella fu brutalmente interrotta all’età di soli 36 anni. La mattina del 28 aprile 1986 la donna fu ritrovata senza vita nella sua abitazione. Era stata assassinata. Il corpo seminudo era riverso in bagno ed evidenti erano i segni di sevizie ai genitali. La donna era stata ripetutamente colpita con il collo di una bottiglia o di un bottiglione.

A dare l’allarme era stato il manager della donna, che non aveva più sue notizie. Il giorno della sua morte, il 27 aprile 1986, si sarebbe dovuta esibire in uno spettacolo musicale a San Leonardo di Cutro, ma non si era presentata. Immediatamente scattarono le indagini. In un primo momento fu sospettato il marito, che si scoprì avere una doppia vita. L’uomo, infatti, aveva una relazione con Teresa Tropea, studentessa in medicina, nipote del boss di ‘ndrangheta don Mico Pagliuso.

Approfondendo la vita privata di Graziella, si scoprì che la vittima temeva Teresa Tropea e la madre perché l’avrebbero più volte minacciata,  intimandole di lasciare il medico. pressato dai poliziotti, Roperto confessò che ad aggredire Graziella furono le due donne: “Si lanciarono contro Graziella  come delle invasate, gridando “Te ne devi andare! Lo devi lasciare!”. “La percossero e la spinsero verso la camera da letto dove la Tropea prese a colpirla con una sbarra di ferro, che in quel momento non identificai, ma che poi mi risultò essere una leva da cambio, mentre la povera Franchini, senza opporre resistenza, si copriva la faccia con un cuscino del letto dove l’avevano costretta”, raccontò l’uomo.

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Nonostante ciò, il processo fu meramente indiziario, Roperto in parte ritrattò la deposizione e mai ci furono prove schiaccianti contro le due donne. Il processo giunse all’ultimo grado di giustizia: sia la Corte d’assise di Catanzaro che la Corte di Cassazione hanno assolto madre e figlia con formula piena per non aver commesso il fatto. A distanza di anni, l’assassinio di “Lolita” resta un caso di omicidio irrisolto.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/LOLITA.RichiedentiGiustizia/photos/pb.100063697622136.-2207520000/834095010111500/?type=3&locale=it_IT

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