L’arte ha un prezzo e Ellen Pompeo ce lo spiega

Spesso quando si parla di arte, in tutte le sue forme, se la si accosta all’argomento denaro, la gente storce il naso.

Un sacrilegio, arte e denaro non vanno mai a braccetto.

Insomma l’arte dovrebbe essere un qualcosa di puro, prettamente legato alla passione, guadagnarci su è da avari, sembra brutto.

Ed è per questo forse che è diventato un po’ un tabù, quando si parla di arte non si parla di soldi, è obbligatorio scindere le due facce della medaglia.

L’arte diventa dunque più uno status symbol, più una causa, più una devozione, rispetto a un lavoro vero.

I lavori veri sono altri, non fare arte.

Quando ho visto quindi l’intervista di Ellen Pompeo, per un giornale spagnolo, in cui dichiarava i motivi per il quale non avesse mai del tutto lasciato Grey’s Anatomy, citando anche il fattore economico, sono rimasta piacevolmente sorpresa.

Io amo Grey’s Anatomy, nonostante le 21 stagioni, io le ho viste tutte, mi sono legata ai personaggi, alla storia, ho pianto per alcune morti, ci sono rimasta male all’addio da parte di alcuni personaggi (Cristina soprattutto) , insomma per me è stato, ed è, veramente una serie che ha segnato la mia crescita, avendola iniziata che avevo 14 anni.

Ellen, interprete della protagonista Meredith Grey (dal quale prende il nome la serie), è stato un personaggio complesso, che ho amato in alcuni attimi, e odiato in altri, ma sicuramente essenziali per la buona riuscita degli episodi, quando ho scoperto che nelle ultime stagioni l’avremmo vista meno, inizialmente c’ero rimasta male, lo ammetto.

Però, poi, ho ragionato su, e ho iniziato a pensare al fatto che Ellen per fare Meredith si è eclissata come artista, ha dedicato tutta sé stessa, non accogliendo altri ruoli, è quindi innegabile che ci abbia messo passione e dedizione, ma è anche innegabile che abbia guadagnato, e tanto, essendo una delle serie più streamate al mondo, eppure Ellen non aveva mai dichiarato apertamente che i motivi fossero anche quelli.

Immaginarsi una protagonista come Meredith, interpretata da un’avara stonava, non poteva essere.

Eppure proprio Meredith, uno dei medici migliori del Seattle Grey’s, veniva pagata nella serie, e anche bene, e nessuno si sarebbe permesso di insinuare che dovesse lavorare gratis, insomma i medici è ovvio che abbiano uno stipendio, Ellen però no, Ellen è un’artista.

Ecco dunque che appena ho letto la sua dichiarazione, ho pensato “Proprio una Meredith Grey”, Ellen dichiara di amare la recitazione, di amare il suo lavoro, di farlo con passione e felicità, e che l’ambiente di Shondaland era diventato una famiglia per lei, ecco uno dei motivi per il quale è sempre rimasta, l’altro, beh, per i soldi, indubbiamente un ruolo che porta un forte profitto, e che mantenendolo, anche se non totalizzante come prima, le permette anche di sperimentare con altri progetti, come Good America Family, serie appena uscita su Disney Plus, rientrata tra le prime posizioni in classifica, nel giro di poco.

So che ora starete pensando “E quindi, che ha detto di strano o di nuovo?”, ma voi non vi rendete conto di quanto sia un gesto forte, perché nel mondo dell’arte, del cinema, della musica, del teatro, sembra sempre brutto parlare di soldi, sembra sempre non sia incluso nel pacchetto, Ellen ha provato a portare un po’ di normalità, e a dimostrare che sia un lavoro, esattamente come altri, che quindi sì, fortunatamente c’è passione e amore, ma c’è anche un compenso, e che nella vita, si lavora anche per poter guadagnare, perché se non guadagni non mangi, e se non mangi non vivi.

So che penserete che si perda l’aspetto poetico del lavoro artistico, ma vi giuro che non è così, la parte di creazione non si intacca con la parte monetaria, una cosa non esclude l’altra, e farlo a gratis non lo renderà un lavoro più poetico.

Ecco quindi che Ellen con una semplice frase, forse senza rendersene neppure conto, ha fatto un gesto rivoluzionario, preceduto da pochissimi, e sicuramente non seguito con tanta facilità, e nonostante si sia presa gli insulti per aver detto una verità che in fondo tutti sappiamo, ha anche aperto le porte al normalizzare l’arte come lavoro e non solo come ruolo ottocentesco, a cui purtroppo tutti sono ancora legati.

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Lucia Monina, nata in Ancona nell'agosto del 2001, è una fotografa e scrittrice, che studia presso l'accademia delle belle arti di Brera, a Milano. Ha esposto le sue fotografie in varie occasioni, tra le quali il punto zero di Sesto, il Lock di Lambrate e il LatoB di Milano. Ha scritto una biografia di Taylor Swift, con Diarkos Editori. Scrive di musica, cinema e arte.

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