La prova su TikTok: muore a dieci anni uccisa dal gioco estremo sul social

Si chiamava Antonella la piccola che non ce l’ha fatta. La bambina era di Palermo. I suoi organi salveranno cinque bambini 

Antonella aveva compiuto dieci anni ad agosto. E’ deceduta ieri a causa di un gioco estremo sul social network TikTok. La piccola si è sottoposta ad una prova assurda: stringersi una corda al collo e resistere il più possibile e senza respirare. A trovarla in bagno la sorellina di 5 anni che ha dato l’allarme ai genitori. Quindi la corsa disperata in auto verso l’ospedale, dove grazie all’intervento dei medici, il suo cuore ha ricominciato a battere dopo 25 minuti, ma le sue condizioni già da subito erano disperate.

Le macchine che la tenevano in vita da mercoledì sera, sono state spente ieri, in serata. Dopo la terribile notizia della sua morte, i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi. Nonostante il dolore per questa orribile morte.

«Sono arrivato in casa di mio fratello, ho cercato di rianimare subito Antonella. Nel frattempo eravamo attaccati al telefono per chiamare il 118 ma ci mettevano una segreteria. Il tempo stringeva, il viso di mia nipote era già scuro. Non potevamo perdere altro tempo e siamo andati con due macchine in ospedale», ha raccontato a Repubblica lo zio di Antonella, Francesco, fratello del papà della piccola che non c’è più. La madre di Antonella, il prossimo mese partorirà: si tratta della sua quarta figlia.

La tragedia è avvenuta nell’appartamento in vicolo Schiavuzzo, una strada che da piazza Rivoluzione porta alla Magione, nel quartiere Kalsa di Palermo.

Ieri il social ha diffuso una nota: “Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”.

Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato lo smartphone della piccola. Sono state aperte due inchieste: una dalla Procura ordinaria diretta da Francesco Lo Voi e l’altra da quella dei minorenni guidata da Massimo Russo: l’ipotesi di reato è di istigazione al suicidio.

 

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